IL CASO
"Basta con il celibato dei preti"
L'appello del giovane Ratzinger
Imbarazzo per la lettera del '70 svelata dalla Sueddeutsche Zeitung
dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI
BERLINO - Quarantuno anni fa Joseph Ratzinger mise in discussione l'obbligo del celibato per i sacerdoti cattolici. Lo fece in una lettera confidenziale, scritta insieme ad altri otto illustri e allora giovani teologi, inviata alla Conferenza episcopale tedesca. L'uomo che oggi appare un Pontefice conservatore, uno strenuo difensore di tradizioni, ortodossia e dogmi, allora chiese di considerare l'ipotesi di permettere ai preti una normale vita sessuale e la costruzione d'una famiglia. Lo ha rivelato ieri la Sueddeutsche Zeitung, riportando il contenuto della missiva.
È una scoperta imbarazzante per Benedetto XVI, anche perché quest'anno in settembre visiterà la Germania, suo paese natale, dove il partito di governo, la Cdu di Angela Merkel, è in prima linea contro l'obbligo del celibato. Disobbedienza di massa di sacerdoti e fedeli, crisi delle vocazioni, esodo dei preti e dei credenti dalla Chiesa, carenza grave di nuovi sacerdoti che siano veramente all'altezza del ministero, perdita di contatto con la realtà della vita d'oggi. Ecco i pericoli che Ratzinger e gli altri otto teologi indicarono nella lettera segreta. La gerarchia decise di non reagire e non rispondere. La lettera finì insabbiata negli archivi, ma adesso il circolo dei cattolici critici di Ratisbona (Akr) ha deciso di divulgarla.
Era il 9 febbraio 1970, Ratzinger aveva appena 42 anni. "Pieni di timor di Dio - scrissero i nove teologi - poniamo la questione della situazione d'emergenza della Chiesa. Le nostre riflessioni riguardano la necessità urgente di una riflessione e di un approccio differenziato sulla legge del celibato della Chiesa. Siamo convinti che ciò sia necessario al più alto livello ecclesiastico".
Scelsero di svolgere così il loro incarico di consiglieri della Conferenza episcopale tedesca sui problemi della fede. "Chi ritiene superfluo un simile chiarimento ci sembra abbia poca fede nell'invito del Vangelo e della Grazia di Dio", si legge ancora nella lettera dei teologi che, a suo tempo, ricordavano come il celibato nella Chiesa fosse una legge ma non un dogma. E ancora: "Teologicamente è ingiusto non ripensare il tema alla luce della nuova situazione storica e sociale.
Specialmente i preti giovani si chiedono, alla luce dell'acuta crisi delle vocazioni, come questi problemi della vita della Chiesa e dei suoi pastori potranno essere risolti nei prossimi anni". Chi sceglie il sacerdozio, sottolinearono i nove, affronta solitudine e perdita di riconoscimento del proprio ruolo nella società di oggi, una società altamente sessualizzata.
La lettera di Ratzinger e degli altri otto fu ignorata, non è nemmeno chiaro se la Conferenza episcopale tedesca la inoltrò a Roma o no. La crisi delle vocazioni continua, ma oggi uno dei nove teologi appare dall'altra parte della barricata.
Link articolo: repubblica.it
"La storia insegna".
Di solito, "si creano le barricate", quando...
- Si è consapevoli di essere "alla frutta", in ogni senso...senza via d'uscita.
- Si è consapevoli di essere "alla frutta", ma si vuole ugualmente ostentare forza e sicurezza, in un estremo tentativo di bluff.
- Si fà l'appello, per salvare lo status quo.
- Si crede di essere ancora forti e per giunta, con un notevole appeal, dato anche dall'ostentazione di coraggio insito nella "barricata".
In ogni caso, il mondo è cambiato.
E se la chiesa non cambia.
È destinata, anch'essa, come molti imperi e ideologie del passato, a "morire".
Ed a tal riguardo, c'è da chiedersi, il perché quella " missiva riservata", è stata resa di pubblico dominio, proprio in questi tempi.
sabato 29 gennaio 2011
L'APPELLO DEL GIOVANE RATZINGER...ED "I SUOI RIPENSAMENTI"
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