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Continua da questo post . Oppure che..."ci abbia anche voluto fornire" il modo di svelare l'arcano sul come datare...quanto...

martedì 12 aprile 2011

IL MISTERO DEI CHIODI DI GESÙ

Un noto documentarista specializzato in ricostruzioni storiche-religiose, Simcha Jacobovici, sostiene di aver rintracciato due chiodi che furono estratti dalla croce di Gesù. Ma queste affermazioni, illustrate in un documentario di prossima divulgazione, ('I chiodi della Croce') sono state accolte da grande scetticismo fra gli archeologi israeliani. All'origine della vicenda vi sono due ossari scoperti a Gerusalemme vent'anni fa su cui erano incisi rispettivamente: "Caifa" e "Yehosef Bar Caifa". La loro fattura era elegante, ma la grotta in cui furono casualmente reperiti appariva modesta. Ciò nonostante Jacobovici ritiene che quei resti vadano ricondotti al Sommo Sacerdote Caifa, che secondo i Vangeli consegnò Gesù ai Romani. In quegli ossari furono recuperati anche una bottiglia di profumo, oggetti di ceramica e due chiodi. Nel corso del tempo - come ammette lo stesso Dipartimento israeliano per le antichità - i chiodi andarono smarriti. Gli studiosi israeliani dell'epoca non avevano annesso loro importanza: ritenevano che fossero stati utilizzati per la incisione dei nomi nella pietra, e poi dimenticati. Ma Jacobovici è convinto che essi fossero invece una scoperta di importanza capitale. Dall'esame di testi religiosi ritiene di poter sostenere che Caifa avesse compreso a posteriori la importanza del messaggio di Gesù e si fosse pentito di aver consegnato un ebreo ai romani. Di conseguenza avrebbe chiesto di proposito che i chiodi estratti dalla sua croce fossero conservati con le proprie ossa. Nel documentario Jacobovici sostiene che i chiodi dell'ossario non andarono perduti del tutto, ma arrivarono al laboratorio della Facoltà di Medicina dell'Università di Tel Aviv.
Un responsabile del laboratorio ha replicato a Haaretz di non essere oggi in grado di stabilire se quei chiodi provenissero dal sepolcro di Caifa o da un'altra zona di sepoltura di Gerusalemme, dove non era rara la presenza di chiodi. Jacobovici non si perde comunque d'animo e propugna le proprie tesi anche grazie un'analisi approfondita dei simboli che adornano l'ossario


Ecco i chiodi, in una delle foto

Link articolo con fotogallery: repubblica.it

1 commento:

Regolatore di conti ha detto...

Sul sito di Repubblica sono presenti altre 2 foto che mostrano le proporzioni dei chiodi. E' impossibile che fossero stati utilizzati per inchiodare un uomo alla croce, vista la lunghezza dei chiodi. Quei pochi centimetri tra la testa del chiodo e la piegatura finale non possono attraversare un polso umano ed una possente croce di legno (per poterlo fare la croce sarebbe dovuta essere spessa pochi millimetri, cosa ovviamente impossibile).