LA RICERCA
Dalle staminali
embrionali
il primo occhio in
provetta
Studio giapponese su Nature: ottenuto in laboratorio, usando cellule di topo che si sono organizzate, in modo autonomo, per dar vita alla struttura tridimensionale. Secondo gli autori, si apre la strada alla creazione in futuro di retine artificiali per i trapianti in caso di malattie degenerative
DI ALESSIA MANFREDI
NEANCHE i ricercatori che hanno lavorato all'esperimento si aspettavano un risultato così importante. "Ci ha stupito", ammettono su Nature, che al loro lavoro dedica la copertina: il primo occhio in provetta da cellule staminali è stato ottenuto nei laboratori di uno dei più grandi centri di ricerca giapponesi, l'istituto istituto Riken a Kobe. Un importante passo in avanti che, secondo gli scienziati, apre la strada alla futura realizzazione di retine artificiali per i trapianti in caso di malattie degenerative dell'occhio, anche se la cautela è d'obbligo: ci vorranno ancora molti anni e molte altre verifiche.
Biologi dello sviluppo, bioingegneri e biochimici, sotto la guida di Yoshiki Sasai, hanno utilizzato cellule staminali embrionali di topo. Le hanno poste in una cultura cellulare studiata ad hoc e lasciate libere di svilupparsi. Dopo dieci giorni le cellule si sono riorganizzate, in maniera autonoma, dando vita a "calici ottici", strutture che fanno da precursore all'occhio, formate da due diversi tipi di cellule organizzate in maniera tridimensionale per formare una sorta di 'tasca' che poi si sviluppa, dando vita alla retina.
Un'evoluzione che, prima di tutto, ha lasciato a bocca aperta gli stessi autori della ricerca. Non pensavano che le staminali si organizzassero in maniera autonoma, perché le cellule in coltura non erano spinte o dirette in alcun modo ad assumere una forma particolare. La genesi di un organo, scrivono, "è un'operazione che richiede una complessa regia, in grado di controllare il modo in cui diversi tipi di cellule interagiscono fino a ottenere un comportamento collettivo, che progressivamente forma i tessuti". Ed è tuttora poco chiaro, si legge ancora su Nature, "come parti individuali, localizzate, siano in grado di coordinarsi per dare vita ad un intero organo".
Il lavoro ha dimostrato come la formazione dell'occhio sia dipendente solo da un programma intrinseco delle cellule, una sorta di auto-ordine "che dirige posizione e differenziazione di ogni elemento". Oltre a risolvere il problema finora senza soluzione di come si formano queste strutture, aggiungono i ricercatori, la ricerca potrebbe portare alla preparazione di retine coltivate in provetta per poter essere usate nei trapianti.
Si tratta di un traguardo straordinario, commenta Vincenzo Sarnicola, presidente della Società Italiana cellule staminali e superficie oculare (Siccso), docente di Chirurgia della superficie oculare all'università di Siena, e primario oculista a Grosseto. "La strada è sicuramente quella buona, ma va detto che è ancora molta quella da fare" per poter capire se i risultati saranno applicabili all'uomo.
Sasai e colleghi sono riusciti ad ottenere "in provetta" un organo tridimensionale e complesso come questo abbozzo di occhio, senza dover utilizzare "basi" biocompatibili come si fa, per esempio, nei laboratori che lavorano ad altri organi artificiali, come polmoni o cuore. In più l'organo è stato creato in modo spontaneo, come se le cellule fossero guidate da una sorta di programma di lavoro interno.
Molti aspetti restano da chiarire, ma i ricercatori non dubitano che si possa inaugurare una nuova pagina della medicina rigenerativa e, con essa, "nuove strade per il trapianto di tessuti della retina ottenuti artificialmente, invece del semplice trapianto di cellule".
Un impiego clinico, però, è ancora lontano. Oggi l'uso delle staminali per ricostruire le superfici degli occhi è diventato di routine, spiega il professor Sarnicola: "Siamo in grado di ottenere risultati emozionanti, con pazienti che dopo 40 anni tornano a vedere". Il discorso, però, si fa più complesso per i tessuti nervosi, dove, ad oggi non si sono ottenuti grandi risultati. "Ci sono due ordini di problemi: prima di tutto si deve sviluppare un tessuto sano, in secondo luogo, un metodo di collegamento". Come nel caso della retina, che ha una duplice funzione: oltre a recepire stimoli, li deve ritrasmettere. "Proprio questo ultimo aspetto, il metodo di collegamento, rimane ancora particolarmente complesso",
conclude Sarnicola.
Link articolo: repubblica.it
E poi, da altra fonte, ed allargando gli orizzonti...
Staminali, quando la
ricerca fa 'miracoli'
Dall'occhio ai polmoni tutti i successi della scienza
Giappone, primo occhio in provetta
20:10 - Il primo occhio in provetta costruito con cellule che si auto-assemblano è solo l'ultimo dei successi della ricerca, ma segna una pietra fondamentale nella lunga corsa a tappe verso le future 'fabbriche' di organi. Lo stato attuale degli studi dimostra che con le cellule staminali, dall'intestino alla pelle, passando per gli occhi o i polmoni, si possono fare 'miracoli'.
Ecco il percorso finora fatto:
OCCHIO
Cellule staminali embrionali di topo, immerse in un cocktail di sostanze nutrienti e che ne favoriscono la crescita, si sono assemblate spontaneamente fino a formare il calice ottico, ossia la struttura embrionale da cui deriva la retina.
INTESTINO
E' il primo organo umano costruito in laboratorio a partire da cellule staminali. Ha una struttura tridimensionale e funziona perfettamente, come dimostrano i test sugli animali.
POLMONI
Primo organo complesso nato in provetta, con una tecnica che utilizza la struttura naturale dell'organo come impalcatura su cui si sviluppano le nuove cellule, all'interno di un incubatore che simula l'ambiente embrionale.
CORNEA
Coltivata in Spagna, nell'universita' di Granada, con cellule staminali di coniglio.
CUORE
Numerosi gruppi, fra i quali molti italiani, hanno cominciato test clinici basati su staminali del muscolo cardiaco e condotti su pazienti colpiti da infarto. I possibili beneficiari della tecnica sarebbero numerosi, ma prima di trarre conclusioni molti aspettano i risultati dei test in corso.
PELLE
E' stato il primo tessuto coltivato in provetta e il risultato piu' importante risale al 2006, quando e' stata ricostruita la pelle completa di strato superficiale e profondo utilizzando tre diversi tipi di cellule staminali.
CARTILAGINE
La coltivazione di questo tessuto si sta consolidando, decine di migliaia i possibili
beneficiari; - OSSO: si sta avvicinando la fase del passaggio dai test pre-clinici ai clinici.
VASI SANGUIGNI
I test su animali sono in fase avanzata e si comincia a pensare a uno studio pilota.
GHIANDOLE ENDOCRINE
La ricerca riguarda soprattutto le cellule del pancreas addette alla produzione di insulina.
CELLULE DI FEGATO E RENE
Sono utilizzate per realizzare bioreattori per riparare insufficienze acute o in persone in attesa di trapianto.
MUCOSE
Il primo risultato concreto arriva dall'Italia, con la ricostruzione della prima vagina biotech. Test pre-clinici sulla ricostruzione del sistema uro-genitale sono in corso negli Usa.
DENTI
Sono stati ottenuti in provetta utilizzando cellule staminali della gemma del dente. L'esperimento e' stato condotto sui topi da un gruppo giapponese.
Link articolo: tgcom.mediaset.it
domenica 10 aprile 2011
IL PRIMO OCCHIO IN PROVETTA...E NON SOLO. QUANDO LA RICERCA FÀ "MIRACOLI"
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