USA
Se chiude per crisi la
Statua della Libertà
Il braccio di ferro tra Obama, il suo partito e la destra sul budget federale è uno psicodramma. E il movimento anti-stato del Tea Party denuncia la "Washington ladrona"
dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI
WASHINGTON - Volevate passare Pasqua qui in America? Ripensateci, potreste trovare chiusa la Statua della Libertà. Niente gita neanche da Manhattan a Ellis Island per visitare il celebre museo dell'immigrazione. Accesso vietato all'isola (ex-penitenziario) di Alcatraz nella Baia di San Francisco.
Off-limits i monumenti nazionali di Washington, compresi i musei dello Smithsonian. Niente parchi nazionali. Poveretti i turisti asiatici: ogni anno a decine di migliaia si sobbarcano 12 ore di volo sul Pacifico per assistere alla Festa della fioritura dei ciliegi a Washington; anche quella salterà, perché è organizzata dal National Park Service. Ma forse per molti non-europei sarà impossibile arrivare in America, se le ambasciate Usa devono chiudere gli uffici visti. Sono queste alcune delle misure che possono scattare fin da sabato all'alba, se in queste ore di febbrile negoziato non si sarà trovato un accordo sui tagli al bilancio statale.
Il braccio di ferro tra Barack Obama, il suo partito democratico, e la destra repubblicana sul budget federale non è solo un grande scontro politico con implicazioni economiche importanti. E' anche uno psicodramma nazionale che improvvisamente rivela all'America quanto la sua vita quotidiana dipende dai servizi pubblici. Hai voglia a denunciare "Washington ladrona", come fa il movimento anti-Stato del Tea Party. Ma poi che succede se si ferma la raccolta della spazzatura, se il fisco smette di pagare i crediti d'imposta, e perfino i militari che soccorrono i terremotati in Giappone restano senza paga? Se passa la scadenza per l'approvazione del budget senza un compromesso in extremis, e quindi scatta l'impossibilità legale di erogare certe spese, di colpo l'America intera sarà messa di fronte a un'emergenza che va oltre la sfera della politica e dell'economia, investe la qualità della vita, tante piccole abitudini quotidiane che fanno l'identità di una nazione.
Fino a ieri si è scherzato sugli 800.000 dipendenti federali che verrebbero lasciati a casa senza stipendio. O tutti gli altri, che pur continuando a lavorare si vedrebbero "spegnere" i loro Blackberry con tutte le email: perché gli smart-phone di servizio non rientrano nella categoria delle "spese essenziali" protette da fondi di riserva nel bilancio. I burocrati non godono di una bella immagine, soprattutto nella destra anti-Stato del Tea Party c'è chi gongola all'idea di castigare il pubblico impiego. Salvo scoprire, nella lunga lista dei servizi federali che sono a rischio di sospensione, che qualcosa tocca ciascuno di noi.
Il servizio meteo si è attrezzato per garantire gli allarmi in caso di uragano; dovrà fare a meno delle previsioni del tempo "a cinque giorni" seguite da milioni di telespettatori. La Social Security promette che continuerà a pagare 53 milioni di pensioni mensili, però non potrà smaltire le pratiche per i neo-pensionati, neppure per invalidità. L'Istituto della Sanità dovrà sospendere i test per l'approvazione di nuovi medicinali e apparecchiature biomediche. La Federal Housing Administration smetterà di erogare garanzie sui mutui-casa. Il trattamento peggiore è destinato proprio a Washington. In virtù del suo statuto speciale, la capitale è trattata come un'agenzia federale. Quindi anche quelli che in altre metropoli sono dei servizi locali, pagati coi bilanci dei Comuni, a Washington si fermerebbero: la raccolta dei rifiuti, le biblioteche municipali, l'ufficio della motorizzazione civile (rilascio delle patenti), perfino la University of the District of Columbia.
Unica consolazione: la paralisi nelle multe per la sosta vietata, un piccolo regalo per compensare gli automobilisti. A funzionare regolarmente saranno, per legge, tutti i servizi di emergenza e per la tutela dell'ordine pubblico, ma certi tribunali lavoreranno a scartamento ridotto. I disagi, se scatta la chiusura dei servizi federali non-essenziali, si diffonderanno nel mondo intero. Il segretario alla Difesa Robert Gates, in visita a Bagdad, è stato costretto ad ammetterlo rispondendo alla domanda di un soldato: anche le paghe dei militari rischiano sospensioni o almeno ritardi di diverse settimane. Alla fine il segno politico di questa vicenda può cambiare. La rivincita della destra, che ha conquistato la maggioranza alla Camera nel novembre scorso, è alimentata dalla visione ideale di uno "Stato minimo". Vai a sapere come reagirà la maggioranza degli americani, quando lo Stato si renderà introvabile.
Link articolo: repubblica.it
Eh si! Sono proprio curioso pure io, di vedere quale sarà la reazione del popolo, se non si arriverà all'accordo...in extremis.
Lo scenario, potrebbe diventare cupo...ed anche molto.
Come al solito.
Vedremo.
E l'accordo, a quanto pare...in extremis, arrivò...
IL CASO
Gli Stati Uniti evitano la
paralisi
accordo in extremis sul
budget
Obama riesce a mediare fra Democratici e Repubblicani in Congresso e supera l'incubo del blocco dei servizi pubblici anche se i tagli alla spesa pubblica sono di 38,5 miliardi. "Solo così aiutiamo l'America a creare nuovi posti di lavoro"
dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI
NEW YORK - Il grande mediatore ce l'ha fatta ancora una volta. Erano ormai passate le 23 (le 5 del mattino in Italia) quando Barack Obama è apparso in tv dalla Casa Bianca, davanti a una finestra dove si vede sullo sfondo il Washington Monument, e ha annunciato: "Domattina quel monumento sarà aperto ai visitatori, e tutti i servizi dello Stato continueranno a funzionare".
A meno un'ora dalla mezzanotte fatale in cui il Tesoro avrebbe dovuto sospendere i finanziamenti per molte agenzie federali e lasciare a casa senza stipendio 800.000 dipendenti pubblici, la paralisi è stata scongiurata in extremis.
Resteranno aperte la Statua della Libertà, l'isola-museo di Alcatraz, i parchi nazionali di Yellowstone e Yosemite. Continueranno a funzionare la raccolta dei rifiuti a Washington, l'emissione dei visti nelle ambasciate Usa. I soldati in Iraq e in Afghanistan riceveranno regolarmente lo stipendio.
"Dopo settimane di lunghi e difficili negoziati sul bilancio pubblico - ha detto il presidente - i due partiti hanno trovato l'intesa per tagliare le spese e investire nel futuro". Di colpo il clima politico è cambiato: fino a quell'ora la giornata di venerdì aveva avuto un segno ben diverso, con democratici e repubblicani impegnati a lanciarsi accuse velenose, ciascuno intento a scaricare con virulenza sull'avversario la responsabilità della chiusura dei servizi pubblici. Anche stavolta è stato decisivo il ruolo di Obama: proprio come a fine dicembre, quando il presidente era riuscito a costruire il consenso bipartisan su una legge fiscale con ampi sgravi d'imposte su tutti i contribuenti. Nei due casi Obama si è ritagliato un ruolo quasi super partes, vestendo i panni del mediatore. Stavolta il risultato della mediazione sono 38,5 miliardi di dollari di tagli immediati alla spesa pubblica, che consentono di arrivare fino a giovedì, quando è fissata una votazione finale al Congresso (la Camera a maggioranza repubblicana e il Senato a maggioranza democratica). In tutto, rispetto alla prima versione del bilancio che Obama aveva appoggiato l'anno scorso, i tagli accettati dai democratici arrivano a 78 miliardi.
Continua su: repubblica.it
Attenzione!!!
Poiché, seppur ci sia un'accordo, giovedì all'atto della votazione, sono sempre possibili...sorprese.
Anche se, non siamo in Italia.
In questo articolo, si comprendono meglio i tempi...
Usa: Finanziaria, accordo sul filo di lana
Obama si congratula, paese viva in funzione dei suoi mezzi
09 aprile, 08:18
di Luciano Clerico
NEW YORK - Accordo sul filo di lana negli Stati Uniti sulla Finanziaria. Quando mancava meno di un'ora alla mezzanotte di Washington, lo Speaker della Camera, John Boehner, repubblicano, e il leader dei parlamentari democratici, il senatore Harry Reid, hanno annunciato di aver raggiunto un'intesa sulla legge di spesa. Grazie all'accordo, è stata evitata la paralisi e centinaia di migliaia di attività pubbliche potranno continuare a funzionare regolarmente. Senza l'accordo, avrebbero cessato di funzionare. Tecnicamente, l'accordo prevede il prolungamento di una settimana del finanziamento delle spese federali, per evitare la paralisi e dare modo al Congresso di definire nel dettaglio entro venerdì prossimo la Legge di spesa. Sulla quale è stato raggiunto un accordo di massima per tagli che si aggirano sui 78-79 miliardi di dollari.
Continua su: ansa.it
Ed il tempo del "primo verdetto parlamentare" arrivò...e l'esito, "fu" positivo...
Primo via libera ad
accordo Obama-Repubblicani
L'obiettivo è un deficit pari al 2.5% del prodotto interno lordo nel 2015 e sotto il 2% entro il 2020
15 aprile, 10:11
NEW YORK - Con 259 voti a favore e 165 contrari, la Camera dei Rappresentanti ha dato un primo via libera', oggi a Washington, all'accordo sui tagli di bilancio raggiunto in extremis alla fine della scorsa settimana dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il partito repubblicano all'opposizione che controlla la Camera. L'accordo, con tagli di oltre 38 miliardi di dollari, passa ora al Senato, dove il via libera, nelle prossime ore, viene dato per scontato. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, intende ridurre il deficit degli Usa.
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E poi, nella serata è giunta questa ulteriore notizia, a mio parere, un pò ambigua rispetto alla precedente...
Usa: budget,ok Camera piano repubblicano
Prevede tagli a spese federali per oltre 6 mila miliardi
15 aprile, 21:08
(ANSA) - WASHINGTON, 15 APE - La Camera degli Stati Uniti ha approvato oggi per 235 voti a 193 il budget proposto dai repubblicani per il 2012.
Prevede tagli alle spese federali per oltre 6 mila miliardi di dollari nel giro di un decennio. La misura e' stata criticata da Obama e dai democratici perche' prevede tagli ai programmi sociali Usa e riduce il fardello fiscale per la fascia piu' ricca della popolazione. La misura non ha possibilita' di ricevere luce verde al Senato dove i democratici sono la maggioranza.
Link: ansa.it
Mah!!! Vedremo.
venerdì 8 aprile 2011
SE CHIUDE PER CRISI LA STATUA DELLA LIBERTÀ
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