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lunedì 23 agosto 2010

LE TRUPPE USA SI RITIRANO DALL'IRAQ. QUALE FUTURO PER IL PAESE ?

L'Iraq ora è solo di fronte alla minaccia del terrore

Le truppe Usa lasciano l'Iraq dopo 7 anni ma la missione cambierà solo il 31 agosto

Link : ansa.it
19 agosto, 18:13

di Lorenzo Trombetta

BEIRUT/BAGHDAD - A sette anni dall'avvio dell'invasione straniera e dal conseguente smantellamento dell'esercito di Saddam Hussein, il ritiro delle unita' da combattimento americane da oggi impone alle forze armate irachene un cruciale esame di maturita'. Gli Stati Uniti hanno speso fino ad oggi circa venti miliardi di dollari per ripristinare quell'esercito da loro stessi improvvidamente disciolto subito dopo il crollo dell'ex regime e che per decenni era stato il nerbo delle piu' potenti forze armate arabe della regione.

Con un pugno degli ex ufficiali della dismessa struttura, il ''Nuovo esercito iracheno'', responsabile sulla carta di ''proteggere i confini internazionali'' e ''mantenere la sicurezza lungo le vie di comunicazioni'', era stato creato dall'amministrazione americana di Baghdad nell'agosto 2003. Nella primavera del 2004 il numero delle unita' operative era di appena 2.000 uomini ma nell'estate 2005 il neo battezzato ''Esercito iracheno'' arrivava a contare 86 battaglioni formati da quasi 90.000 soldati.

Da allora fino ad oggi sono stati fatti passi da gigante: con gli attuali 222 battaglioni, tra quelli operativi, di appoggio e dei reparti speciali, l'esercito iracheno sfiora le 200.000 unita' totali.

Dei 165.000 militari Usa da oggi ne rimangono invece circa 56.000, lontani dalle citta' da cui si sono ritirati nel giugno 2009. Nei prossimi dieci giorni ne partiranno altri 6.000, lasciando in Iraq le 50.000 unita' previste dal calendario fissato dal presidente Barack Obama. I soldati americani che restano e che si dovranno ritirare definitivamente entro il 2011 si limiteranno ad addestrare le reclute irachene e a fornire appoggio logistico.

Per lo piu' aereo, data la quasi totale assenza di un'aviazione irachena propriamente detta.

Secondo Marina Ottaway, esperta di questioni militari irachene al Carnegie Endowment for International Peace di Washington, per l'esercito iracheno ''la vera minaccia ora non proviene dall'esterno, ma da possibili scontri intestini, che minacciano la coesione delle stesse forze armate''.

Sull'assenza, da oggi, delle truppe da combattimento americane, Ottaway sostiene che ''gli equilibri sono gia' cambiati'' perche' i soldati Usa ''non partecipano piu' come un tempo a fianco delle pattuglie irachene.

Quello di cui invece l'Iraq continuera' ad aver bisogno - afferma - e' l'appoggio aereo degli Stati Uniti''. Ali Dabbagh, portavoce del governo iracheno, ha dal canto suo affermato che ''le forze di sicurezza sono sufficientemente pronte per far fronte alle minacce''. Dabbagh ha di fatto smentito il generale Babakir Zebari, capo di Stato maggiore, che dieci giorni fa aveva invece ammonito: ''L'esercito non e' pronto a ricevere il testimone dagli americani''. ''L'esercito Usa deve rimanere almeno fino al 2020, quando le nostre forze armate saranno pronte'', aveva aggiunto Zebari.

LE TRUPPE USA LASCIANO L'IRAQ - Con oltre dieci giorni di anticipo rispetto al calendario stilato dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama, la guerra in Iraq, durata circa sette anni e mezzo, è virtualmente finita. Secondo la Nbc, l'ultima brigata da combattimento ha superato durante la notte la frontiera che separa l'Iraq dal Kuwait, oltre sette anni dopo l'inizio della guerra, il 20 marzo 2003, che ha portato al rovesciamento del regime di Saddam Hussein. Fonti dell'amministrazione Obama hanno però precisato che la missione di combattimento cambierà natura solo "dal 31 agosto, quando le brigate rimaste saranno riconvertite in forze di assistenza" alle truppe irachene. Ad oggi, secondo le stesse fonti, i militari Usa stanziati in Iraq sono 56.000 e solo a fine mese scenderanno come previsto a 50.000.

Una guerra, quella in Iraq, decisa dall'allora presidente Usa George W. Bush, convinto che Hussein possedesse armi di distruzione di massa (che non sono poi state mai trovate). Una guerra che ha portato a spaccature in Europa, visto che la Gran Bretagna ha combattuto al fianco degli Stati Uniti, mentre paesi come la Francia hanno guidato quello che si può definire un 'fronte del no'. Bush aveva dichiarato la fine dei combattimenti in Iraq il primo maggio del 2003, in un famoso discorso, quello della 'Mission Accomplished' a bordo della portaerei Lincoln, al largo di San Diego in California.

In realtà i combattimenti sono durati molto più a lungo, con oltre 4mila morti militari americani e decine di migliaia di vittime irachene, e tensioni fortissime nel biennio 2006-'07. Si è dovuto attendere il cosiddetto 'surge' del generale americano David Petraeus, nel 2007, per iniziare a vedere una progressiva stabilizzazione della situazione nel paese. In base agli impegni presi da Obama, le truppe combattenti Usa in Iraq, che a un certo momento avevano raggiunto le 150mila unità circa, devono lasciare il paese entro la fine di agosto 2010. Il ritiro di tutti i militari è in calendario entro la fine del 2011.
Obama ha deciso il ritiro dall'Iraq anche per rafforzare l'impegno americano in Afghanistan, l'altra guerra degli Stati Uniti in questi anni, dove i militari Usa e Nato sono attualmente 150mila circa. Secondo un giornalista della Nbc 'embedded' (cioé che viaggia insieme a militari in Iraq) la brigata combattente che per ultima ha lasciato l'Iraq è la 4/a Stryker. Secondo la rete televisiva, "una volta che tutti questi militari sono usciti dal Paese, l'operazione Iraqi Freedom, quella da combattimento in Iraq, è terminata".


Da crollo regime Saddam a ritiro militare Usa

Link : ansa.it
19 agosto, 17:09

BEIRUT - Ecco gli eventi più significativi della guerra anglo-americana in Iraq.

- 9 APR 2003 - Le truppe Usa entrano a Baghdad, a 20 giorni dall'inizio dell'operazione 'Iraqi Freedom' scattata tra il 19 e il 20 marzo. Il regime crolla.

- 1 MAG - Il presidente Usa George W. Bush dichiara che la guerra è finita e vinta.

- 22 LUG - A Mossul, uccisi Qusay e Uday, figli dell'ex rais.

- 19 AGO - A Baghdad, attentato contro il quartier generale dell'Onu. Muoiono 22 persone, tra cui l'emissario per l'Iraq, Sergio Vieira de Mello.

- 2 OTT - Gli ispettori dell'Onu ammettono di non avere scoperto armi di distruzione di massa.

- 12 NOV - A Nassiriya, 28 persone, di cui 12 carabinieri, 5 militari e 2 civili italiani, muoiono in un attentato.

- 13 DIC - Le forze speciali Usa catturano Saddam Hussein vicino a Tikrit.

- 28 APR 2004 - Esplode lo scandalo delle torture inflitte da militari Usa ai prigionieri del carcere di Abu Ghraib. Primi sanguinosi scontri tra forze Usa e milizie fedeli al leader sciita Moqtada Sadr.

- 28 GIU - Poteri trasferiti dall'amministratore Usa al primo governo transitorio guidato da Iyad Allawi.

- NOV - Centinaia di morti durante l'assedio americano alla città di Falluja a maggioranza sunnita.

- 30 GEN 2005 - Prime elezioni post-Saddam.
Vince la coalizione sciita sostenuta dal grande ayatollah Ali al Sistani.

- 6 APR - Jalal Talabani, storico leader curdo, è eletto presidente. Lo sciita Ibrahim al Jaafari è il nuovo premier.

- 31 AGO - Mille morti a Baghdad tra pellegrini sciiti colti dal panico mentre attraversano un ponte durante una festa religiosa.

- 19 OTT - Saddam compare per la prima volta in tribunale.

- 15 DIC - Gli iracheni tornano alle urne per il rinnovo del parlamento.

- 22 FEB 2006 - Un attentato distrugge la moschea sciita di Samarra, innescando attentati e massacri a catena.

- 22 APR - Jalal Talabani è confermato capo dello Stato. Lo sciita Nuri al-Maliki è premier del governo formato a maggio

- 7 GIU - Abu Mussab al-Zarqawi, leader di Al Qaida in Iraq, é ucciso in un raid americano.

- 30 DIC - Saddam Hussein è impiccato Baghdad.

- 10 GEN 2007 -Il presidente Bush annuncia invio altri 21.500 militari in Iraq.

- 20 MAR - L'ex vicepresidente Taha Yassin Ramadan viene impiccato a Baghdad.

- SET - Scoppia lo scandalo Blackwater, la società privata di sicurezza americana, i cui membri sono accusati di esser coinvolti nell'uccisione di 17 civili iracheni.

- MAR 2008 - Visita ufficiale del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad a Baghad.

- NOV - Stati Uniti e Iraq firmano il patto di sicurezza con cui gli Usa si impegnano a ritirarsi definitivamente dal Paese entro il 2011.

- GIU 2009 - Dopo sei anni dall'invasione, le truppe Usa si ritirano dalle città.

- DIC - Al Qaida rivendica l'ondata di sanguinosi attacchi che da agosto hanno colpito Baghdad (370 uccisi).

- GEN 2010 - Ali Hassan al Majid, alias Ali il Chimico, è impiccato a Baghdad.

- 9 MAR - Elezioni parlamentari vinte di misura dalla coalizione dell'ex premier Allawi. Nessuna lista ottiene la maggioranza necessaria per formare un governo.


La piaga suicidi dei reduci raccontata da Monica Maggioni

Link : ansa.it
19 agosto, 17:11

di Mauretta Capuano

ROMA - Una ''piaga enorme'' aspetta l'America che torna a casa dal fronte iracheno: ''il moltiplicarsi del numero di suicidi fra i veterani che stanno raggiungendo i livelli della guerra in Vietnam e i soldati malati di Ptsd, disturbo da trauma da combattimento''. Una situazione inquietante che Monica Maggioni ha raccontato nel documentario 'Ward 54', fuori concorso alla 67/ma Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Controcampo italiano. Con la giornalista del Tg1 al Festival ci sara' il protagonista del lungometraggio (63 minuti), Kris Goldsmith, soldato dell'esercito americano, 25 anni, che ha tentato il suicidio. ''Kris - annuncia la Maggioni all'Ansa - sara' con me a Venezia'' per il film, il 6 settembre e tra l'altro ''ha una faccia d'attore pazzesca''. ''Gli americani - spiega la reporter di guerra, partita come giornalista embedded con i militari italiani nella guerra in Iraq - tornano a casa da un fronte, quello iracheno, e ne hanno aperto un altro, quello in Afganistan. Secondo i dati della rivista dell'esercito 'Army Times', tra i veterani gia' in cura nelle loro strutture amministrative ci sono 950 tentativi di suicidio al mese, una cosa abnorme.
L'anno scorso sono morti piu' soldati per i suicidi che in combattimento. E' la piaga enorme che l'America dovra' affrontare sia dal punto di vista sociale sia economico''. Inoltre, gli Usa ''non hanno un numero di soldati sufficiente per coprire queste missioni che durano a lungo e quindi si viene richiamati con grande frequenza. I soldati stanno 15 mesi fuori e poi, dopo quattro - cinque mesi vengono richiamati per un anno e questo fa aumentare ulteriormente il rischio di suicidi''. In 'Ward 54' la Maggioni racconta due storie: quella di Kris Goldsmith ''giovane ragazzo - spiega la giornalista, regista e sceneggiatrice del film - che ha fatto il militare per scelta e dopo una serie di traumi, quando deve ripartire tenta il suicidio''.
Ora Goldsmith ''sta conducendo una battaglia legale contro l'amministrazione perche' non gli vogliono dare il congedo con onore e questo - racconta la Maggioni - non gli permette di avere la borsa di studio per studiare. Kris e' orfano e vuole fare il medico dei veterani''. La sua storia si incrocia con quella dei genitori di un Marine che si e' suicidato di ritorno dall'Iraq . Il film prodotto da Rai Cinema e Mediakite, si apre con le interviste a Kris pochi mesi dopo il suo tentativo di suicidio e si conclude con gli avvenimenti piu' recenti. ''E' tutto vero, non c'e' un secondo di fiction, neppure nelle immagini, comprese quelle da cui nasce il trauma del giovane soldato quando scopre una fossa comune che deve fotografare''.
Ci sono poi le interviste alla famiglia del Marine e altre voci e testimonianze ''per dare un'idea dell'ampiezza del problema''. In 'Ward 54, che il direttore della Mostra Marco Mueller ha citato come uno dei prototipi dei nuovi tipi di finanziamento produttivo, ''c'e' anche la collaborazione del Tg1 e parte delle immagini vengono da reportage giornalistici. E' un lavoro che fa parte di quel percorso, tra Rai Cinema e Tg1, di rilancio del documentario. E' l'inizio di una collaborazione molto stimolante che negli Speciali del Tg1, andati in onda in queste domeniche di agosto, ha avuto grande attenzione, stando sempre sopra al 10% di share''. ''Emozionata come una pupa'' di andare come regista per la prima volta alla Mostra del Cinema di Venezia, la Maggioni dice che ''fare un percorso di linguaggio diverso e' una sfida enorme''. ''Credo che se c'e' una cosa bella e forte nel portare un film cosi' a Venezia e' che ognuno lo guarda e sente a diversi livelli. Non e' contro o pro qualcosa, racconta una realta' complessa, piena di contraddizioni.
L'America di Obama non e' diversa da tutto il resto: le sfide sono complesse e le vie d'uscita non sono chiare''.

A seguire la parte II.

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