Prosegue dalla parte IV.
Parte V.
Era all'incirca passata la metà del mese.
Quando, mentre m'incamminavo tranquillamente per le vie del centro, causa mie faccende da sbrigare.
Passando vicino a due tali che discorrevano tra loro, uno dei due si rivolse a me e mi chiamò per nome.
- Paolo, ciao. Da quant'è che non ci si vede, come stai.
Mi voltai, lo guardai e francamente, non lo riconobbi.
E lui, rendendosene conto, continuò.
- Come, va bene che sono passati degli anni. Però, addirittura scordarsi dei vecchi amici, no eh !
Ma io, con il volto di chi "cade dalle nuvole", realmente, non lo riconoscevo ( ma davvero ).
Insistette - Ma dai, su pensaci bene - e mi diede degli indizi.
Ma niente, io continuavo a non riconoscerlo.
Il tizio con cui s'intratteneva, che io francamente non conoscevo, quanto lui Lo salutò e se ne andò.
Affinché, dopo avermi ricordato da dove proveniva, il suo nome e cognome ( idem, vuoto assoluto per me ), mi riportò alla mente ( oramai triste e scoraggiato, penso che se avesse potuto tornare indietro di qualche minuto, avrebbe evitato di salutarmi ), nell'estremo tentativo di farmi ricordare di lui, i "bei tempi" delle superiori.
Ed in quel frangente, ebbi finalmente l'illuminazione, su chi era costui.
Aaaaa ! Adesso ho capito chi sei - sorridendo, ed aggiunsi - mamma mia quanti anni che sono passati, ho una certa età, non puoi pretendere che mi ricordi di ogni singola persona che ho incontrato nella mia vita - risi
E rincuorato, si lasciò andare ad una risata pure lui.
Poi disse - Meno male, perché dapprima pensavo tu scherzassi, poi, quando ho capito che non mi riconoscevi per davvero, mi era venuta una tristezza addosso, che "non puoi immaginare" - ed infatti, dopo essermi scusato, gli dissi che me n'ero accorto del suo intristirsi.
Eliminata l'incomprensione, ed anche, in qualche modo, per farmi "perdonare", gli offrìi di andare a bere qualcosa in uno dei bar li vicino.
- Dai, per farmi perdonare ti offro da bere, però ti avverto che non ho molto tempo, poiché devo correre via, a finire di svolgere un paio di faccende.
- Si si - replicò - devo andare pure io, ho appuntamento con mia moglie fra una ventina di minuti, e se ritardo, è meglio che non torno più a casa - sorrise, ma non più di tanto
Ed a quel punto, come mi capita spesso in questi frangenti, ebbi un flashback, su ciò che mi aveva detto in precedenza, ovvero, su dove risiedeva.
Guarda caso, un paio di chilometri circa, in linea d'aria, anche se più a valle, dalla zona che aveva attirato la mia/nostra curiosità.
E che è, al centro di questa "Storiella Divertente".
Non potevo fare a meno, di chiedere informazioni in merito. E vedere, se lui, anche grazie alla sua "posizione privilegiata" in merito all'ubicazione della sua dimora.
Ne sapesse qualcosa di più.
Nel caso avesse voluto condividerlo, ovviamente.
Gli chiesi - strano però che non ti ho più visto in giro in tutti questi anni.
Ci credo - mi rispose - sono venti anni che abito fuori Milano, d'altronde il lavoro l'ho trovato là e torno solo una, due volte al mese, quando posso, nei fine settimana, per stare con mia madre e per la caccia quando è aperta.
Ah ! Hai l'hobby della caccia - esclamai.
Si - mi rispose - "è parte dell'eredità" che mi ha lasciato mio padre, fin da piccolo, mi portava insieme a lui quando faceva le battute di caccia con la "sua" squadra e mi sono appassionato.
Sicuramente è una passione, che però, può diventare molto pericolosa, a mio parere - replicai.
Si ! - esclamò - hai ragione, anche con una squadra affiatata, c'è sempre la possibilità, se non si presta la massima attenzione, in particolare nelle battutte notturne, di prendere un tuo compagno nella boscaglia, per un cinghale, senza contare l'eventuale presenza di altre squadre che battono lo stesso territorio.
E continuò - tu non hai idea di che storie mi fà mia moglie, ed ultimamente, anche mia madre e mia figlia.
Però è bello, più che altro si stà insieme e se riesci a prenderne uno...è festa, e due...è festa grande, ma non è facile - gli venne un sorriso che gli illuminò il volto
Ascolta - gli dissi, cambiando discorso e provando ad andare a parare dov'ero più interessato - ma quando sei qui, su al paese intendo, non hai sentito o visto nulla di strano, intendo elicotteri che passano a tutte le ore, da trasporto e non, oppure altre cose che ti hanno "dato nell'occhio" e fatto pensare a qualcosa d'inusuale?
Ciò che mi rispose in seguito, mi causò soddisfazione, poiché avevo un ulteriore conferma, che la "mia salute mentale", non era così a rischio e poi, allegria, poiché quello che mi racconto, unito al modo di esporlo, ed agli eventi, mi fece ridere per buoni cinque minuti ininterrottamente, nel mentre che continuava a raccontare, pure lui ridendo.
Già alla parola, "elicotteri", vidi il suo volto "accendersi", ed ebbi "difficoltà" nel terminare di esporre la mia domanda.
ELICOTTERI ! - esclamò ad alta voce - allora Paolo ti racconto un episodio, che penso ti risulterà pure divertente, nel quale mio malgrado mi sono trovato ai primi di marzo.
Primi di marzo ? - chiesi, rammentandomi bene dell'episodio da me vissuto.
Si, era la notte fra sabato 7 e la domenica 8 marzo - mi confermò.
Bene, continua sono più che interessato, ma per davvero - gli risposi.
Ed aggiunsi - dopo, se avremo ancora tempo, a riguardo, ti racconterò qualcosa pure io.
Ero a letto, al piano superiore della casa dei miei, che sta ai margini del paese, semi-nascosta dagli alberi di un bosco attiguo.
A memoria, saranno state più o meno le tre, tre ed un quarto della notte, quando sento un rumore di elicotteri in lontananza.
Li per lì, non ci feci caso più di tanto, in quanto era già da un paio di anni abbondanti, che li sentivo passare nelle vicinanze, anche se perlopiù di giorno.
Comunque, mi avevano destato dal mio ( usuale ormai, purtroppo ) dormiveglia e due imprecazioni, sinceramente, gliele mandai di cuore
Poi però, da li a poco il rumore crebbe costantemente, era in costante avvicinamento rispetto alla "mia" posizione.
Ormai desto e pure visibilmente contrariato.
Per non dire incazzato nero - precisò.
Seduto sul bordo del letto, ad inveire contro coloro che avevano avuto la brillante idea di farsi un giro da quelle parti a quell'ora.
Mi dissi - Ah beh! Ora che mi hanno svegliato definitivamente, voglio proprio vederli.
Mia moglie, nel frattempo svegliatasi anche lei, mi chiese dove stavo andando. Ed io, un pò bruscamente, ribattei - ma non li senti quei "cosi" tu, li sento solo io, "sono solo nella mia testa" ?
Ma cosa te ne frega, sono solo elicotteri, come se non ne fossero mai passati prima - replicò a sua volta.
Beh! Così vicini e di notte, cara mia, proprio, NO! - gli risposi seccamente.
Dopo di che, oramai infilatomi qualcosa addosso, scesi le scale e mi diressi verso la porta di uscita e lo spiazzo antistante ad essa.
Il rumore era sempre più "evidente", ed a un certo punto fra le fronde degli alberi nel cielo notturno ne intravidi uno.
Ma per quanto mi sforzassi, non riuscivo a metterlo a fuoco.
Poi, mi tornò in mente l'acquisto che avevo fatto alcuni anni prima da un tale, un ambulante slavo, in cui mi ero imbattuto quando ero in vacanza quell'anno al mare.
Un binocolo militare, di apparente provenienza sovietica ( o quantomeno una replica jugoslava ), con tanto di stella rossa in bella evidenza, dotato però, anche di visore notturno.
L'avevo preso per eventuali battute di caccia notturne.
L'ho provato, ma poi, non l'ho mai usato.
Mia moglie, per quel binocolo, mi dà del bambino ancora adesso, a distanza di anni.
Ma cavoli ! Era bellissimo, doveva essere mio, "a tutti i costi"
Lo tenevo in sala, in una vetrina convertita in fuciliera.
Mi precipitai a prenderlo, dovevo avere una visione, la più chiara possibile, di quegli elicotteri che, ormai, letteralmente..."mi stavano volando sopra la testa".
Rientrai il più velocemente possibile in casa, ed una volta trovata la chiave là dove l'avevo riposta, mi diressi verso la fuciliera.
In quel mentre, mi vedo arrivare mia moglie, che nel frattempo si era pure lei alzata, che vedendomi, a suo dire, molto agitato, mentre mi dirigevo verso i fucili parlando ed imprecando all'indirizzo degli elicotteri.
Con tono di voce fra il preoccupato, ed il disperato, praticamente, mi urlo - MA COSA SEI, IMPAZZITO? ADESSO GLI VUOI ANCHE SPARARE AGLI ELICOTTERI? ( ) - Ed io, a tentare di fargli capire, che in realtà ciò che volevo prendere li dentro, non era uno dei fucili, ma il binocolo dotato di visore notturno.
Poi, per farla più "bella", vuoi per il frastuono degli elicotteri, vuoi per le urla di mia moglie nei miei confronti , non si vanno a svegliare anche mia madre, mia sorella, che abita con lei, ma nell'altra ala della casa e suo marito!
Apriti cielo
Tutti a dirmi ma sei fuori, cosa vuoi fare, stai calmo, lascia stare i fucili e vai a letto. Come se fossi un pazzo furioso "patentato".
E poi, pure mia madre.
Sai Paolo, io penso di essere uno dei pochi mariti a cui la madre, da più retta alla nuora che al figlio, ma per davvero - io nel frattempo, come ho accennato in precedenza, mentre lui raccontava, non riuscivo a smettere di ridere
Continuò - tutto ciò, è andato avanti per tre o quattro minuti.
Poi però, ad un certo punto, ho cominciato ad urlare davvero - ALLORA, MA PER CHI MI AVETE PRESO STASERA, PER UN PAZZO CRIMINALE? IO VOGLIO SOLO PRENDERE IL BINOCOLO, QUELLO CHE HO COMPRATO AL MARE - rivolgendomi a mia moglie, nel contempo che la spostavo di peso, poiché mi impediva di accedere alla fuciliera.
Regnò il silenzio.
Mia sorella, con un filo di voce, sussurro - Va beh! Però potevi dirlo - una volta preso il binocolo, uscì non dandole risposta, poiché avrei sicuramente riacceso gli animi, ed avevo già perso molti minuti preziosi al mio scopo
Una volta di nuovo fuori casa, fra un imprecazione e l'altra "tra me e me" , pensando al tempo perduto, guardai la dove sentivo provenire il rumore, ormai in allontanamento, rispetto alla mia posizione.
Eccolo là! - esclamai. Lo vedevo.
Mi dissi - Prova a ingrandire se riesci a vederlo meglio, con più accuratezza.
Ciò che ho visto, in quel frangente, mi stupì.
E cosa trasporta, a quest'ora poi? - mi chiesi.
Un container? Ed a cosa può servire? - mi chiesi nuovamente.
A quel punto, pure io incuriosito, gli replicai - un container, ma ne sei sicuro? E poi, ma il modello dell'elicottero lo hai riconosciuto? Non è che ne hai visto degli altri di elicotteri quella notte, per "caso"?
Rimase un pò stupito - Si bravo, e tu come fai a saperlo, li hai visti anche tu?
Si - risposi - e proprio quella notte. Ma continua, che m'interessa questo tuo racconto, ed ora, penso che avrai ben compreso il perché.
Sorridendo, annui
Poi, continuò - Si, era un elicottero da trasporto, hai presente quelli che assomigliano a delle libellule, mi pare che si chiamino Sikowski e sono di produzione americana.
Si - risposi - ce l'ho presente quel tipo di elicottero, ne ho visti in volo alcuni negli ultimi tempi.
Bene - replicò - ma ciò che vidi dopo, mi incuriosi ancor di più.
Mentre continuavo ad osservarlo allontanarsi nella notte in direzione dell'appennino, attraverso il binocolo, nel campo visivo, non me ne compare un altro, di cui però non riuscivo a percepire il rumore, ciò un pò m'intimori, poiché non me lo aspettavo.
E per quello che ho potuto vedere, era tutto nero, senza insegne e senza luci di segnalazione, che il primo, invece, aveva acceso.
Assomigliava più ad un modello militare che civile. Ma non ne sono sicuro, poiché, ti ripeto, dalla mia posizione di osservazione riuscivo a vederlo solo parzialmente, in particolare, la sua parte inferiore e laterale sinistra.
Ma non è finita lì. Mentre anche quest'ultimo si stava allontanando, sempre nella stessa direzione di quello da trasporto. In lontananza, ad occhio, usando come riferimento i luoghi del paesaggio che ben conosco, 800/1.000 in linea d'aria. Non vedo sbucarne un altro lì davanti, che apparentemente almeno, proveniva anch'esso da valle, ma tramite un altro percorso e che mi si mostrava però di fianco.
La prima cosa che mi venne in mente fu, adesso provo a zoomare ulteriormente per ingrandirlo e vedere se posso riconoscere il modello e le diciture, se ci sono.
Portai l'ingrandimento del binocolo al massimo e crogiolandomi per l'acquisto fatto anni prima, alla faccia di mia moglie mi diedi due pacche sulle spalle virtuali per auto-complimentarmi.
Lo vidi, tutto nero, niente sigle, ne luci di posizione, come il secondo "amico" di poche decine di secondi prima.
E non è tutto, perché vedendolo di fianco, ti dirò anche, che penso di aver riconosciuto il modello, pur non essendone certo al cento percento, era molto simile...hai presente gli elicotteri che usavano gli americani nella guerra in Corea ed in Vietnam ? - mi chiese.
Si - gli risposi.
Bene, se non erano "loro", erano a "loro" molto simili.
Da parte mia, gli confermai che anche quelli visti da me sia in quella occasione che in un'altra, quantomeno, assomigliavano a quelli da lui citati.
Poi, proseguì il racconto - il tutto durò, 5/6 minuti al massimo, finché, letteralmente, sparirono dietro il monte che domina la vallata retrostante. Ed io, dopo aver scrutato ulteriormente in giro per un altro paio di minuti, infreddolito, sparì a mia volta, ma dentro casa però
Appena rientrai, subito, mia moglie, mi mugugnò su qualcosa, riguardo all'umidità, al freddo notturno assorbito ed al rischio di beccarsi qualche malanno, il tutto per una sciocchezza e mio cognato rincaro la dose, aggiungendo che, ma lo sanno tutti qui che stanno costruendo l'acquedotto nuovo. Te l'ho anche detto mesi fà, ma si vede che ultimamente hai problemi di udito, sarà l'età che avanza.
"L'avrei strozzato", anzi, poi ripensandoci, ero tentato di andare a prendere il fucile, ma per davvero
Però, poi mi limitai a rispondergli - allora, visto che tu sei un grande genio, come d'altronde "tutti i tuoi paesani", visto che io, ormai, sono un "vecchio pirla milanese". Mi spieghi, secondo te, o genio, ma ti do tempo così puoi chiedere conforto ad altri, cosa c'entrano con l'acquedotto due elicotteri neri, senza sigle e senza luci di posizione accese, di chiara foggia militare, nel pieno della notte?
Si alzò, ed andandosene nelle sue stanze, mi mandò velatamente a quel paese mugugnando un qualcosa in merito alle allucinazioni dovute alla mia insonnia cronica.
Evitai di continuare la diatriba pure io.
E provai a tornare a letto.
Continua...
Parte V/2.
domenica 6 marzo 2011
"UNA STORIELLA DIVERTENTE" - Parte V/1.
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3 commenti:
scusa ma è una storia vera o frutto di fantasia?
Nel primo caso vorrei sapere dove si svolge.
Nel secondo caso, complimenti, è ben romanzata.
La prima che hai scritto.
Ma nessun chiaro dettaglio, al fine di identificare i luoghi dove si è svolta, sarà da me, citato.
Grazie per il complimenti.
Anche se il termine "romanzata"...mi ricorda qualcuno.
Ciao
hai proprio ragione paolo,ripensandoci anche a noi il termine "romanzata" e magari legato ad "elicottero" ci ricorda qualcuno,forse l'abbiamo letto da un altra parte?.ummmm!!!va a finire che è la stessa persona.che ne pensi ci fà o ci è?ciao ci vediamo di là.
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