Prosegue dalla parte II/2.
Parte III.
E venne la sera di sabato 7 marzo 2009.
Io ancora non lo sapevo, ed in verità, nemmeno me lo sarei potuto immaginare che, quella notte, l'avrei poi ricordata nitidamente come quella di circa sei mesi prima.
Se possibile, anche meglio.
Avevamo scelto quella data, poiché "cadendo" in sabato, offriva un cuscinetto domenicale, agli eventuali "fumi alcoolici"
Lo passai a prendere a casa, come al solito.
Eravamo stati fino all'ultimo nel dubbio, fra l'ormai classico menù, pizza e birra ( di cui, io sono un convinto sostenitore ad oltranza ) e qualcosa di più elaborato.
Ebbi la meglio io ( ) e pizza e birra furono.
In quella occasione, a differenza di altre volte, fu lui a parlarmi subito di quanto mi aveva accennato per telefono, alcuni giorni prima.
Mi meravigliai molto.
Tanto che gli chiesi ( sorridendo ) - Cosa ti è successo stasera, che ti sei messo a raccontare fatti, senza che te lo chiedessi e senza birra, forse hai già cenato ?
- No no, ma và là, non vedo l'ora di mettere le gambe sotto al tavolo - replicò. Sorridendo e facendo un'ampio gesto con la mano mentre mi mandava a quel paese
Allora dimmi, cosa hai scoperto, che ti ha fatto comprendere, perché non avessi mai notato prima alcun movimento, quando ti recavi a casa dei tuoi ?
E lui con una calma non sua e con un volto ed uno sguardo tra il "beffardo" e l'illuminato, candidamente mi disse :
- Perché negli ultimi mesi, ci andavo, solo nei giorni festivi.
Ai voglia tu, di vedere ( e ) o sentire, eventuali mezzi pesanti passare.
Ma l'altro giorno, quando ti ho telefonato, non era un giorno festivo.
E li hai visti, vero - chiesi.
- E certo che gli ho visti e sentiti passare.
Ed aggiunse - Sia i camion, autobotti in particolare.
Ma, anche alcuni di colore verde militare, telonati sopra il carico, che però non ti posso assicurare che militari fossero davvero, in quanto, non riuscivo a vedere la targa, nel caso l'avessero avuta, ovviamente.
E poi, ho visto anche i soliti amici volanti.
Trasportavano delle tubazioni, che ad occhio, avevano un diametro di metri, di cui, se mi dovessi chiedere, insistendo, una misura precisa, direi...all'incirca tre.
E secondo te, cosa ci fanno con una tubazione dal diametro di più o meno tre metri ? - gli domandai.
L'unica cosa che mi viene in mente - mi rispose - considerando dove è situato tale luogo, è...un acquedotto.
Si - replicai - e per costruire un'acquedotto, c'era bisogno di fare così tanti voli nell'arco di un paio d'anni.
E poi, se mi confermi che, anche mezzi via terra, sono coinvolti nel trasporto dei materiali al fine della costruzione di tale opera.
Pur non essendo un'addetto ai lavori in tale ramo.
Ma, "conoscendo il territorio" e quindi, le distanze in "gioco".
Trattandosi di pochi chilometri...parlando solo di quella vallata.
In due anni abbondanti, secondo me, a quest'ora la dovrebbero avere interamente cosparsa di tubazioni.
Eh si ! - Affermò - Oppure - poi continuò - Non solo quello o altra opera ( poiché non avevamo certezze, erano solo ipotesi, "dettate anche dai fumi della birra", che stavano, a poco a poco, ma inesorabilmente...salendo ), ma perché no...un bunker...o qualcosa di simile. Usando come copertura, la già pianificata costruzione di un acquedotto.
In verità...vi dirò che, dopo aver guardato l'etichetta della bottiglia di birra che stava bevendo, ne ho assaggiato il contenuto, diciamo, per sincerarmi della "genuinità" del prodotto
A quel punto gli dissi - Ci sarebbe da chiedere, se effettivamente in quel luogo si stà costruendo un acquedotto, oppure, andare a controllare di persona.
Ed aggiunsi - Tu che conosci sicuramente meglio di me quei luoghi, non hai occasione di farci un salto qualche volta, magari anche più in là, verso la Primavera ?
Oppure, chiedere a qualcuno del posto con cui hai più confidenza, che magari, incuriosito pure lui dal via e vai di mezzi. Ci ha fatto una scappata, per dare un'occhiata a quel che stava accadendo.
Mi rispose - quando vado dai miei, sai bene che sono sempre con il tempo contato, anche nei giorni festivi.
Comunque...vedremo cosa si può fare in merito.
Intanto tu, prova a chiedere "in giro", come d'altronde farò io.
Notizie su acquedotti o altre opere in costruzione.
A proposito, non conoscevi gente all'ufficio tecnico del Comune.
- Si. E tu, non conosci molto bene, il Sindaco del tuo vecchio Comune di residenza ? - replicai ridendo.
Eh si ! - Rispose, aggiungendo - anche se, sarà da un paio d'anni che non lo vedo.
La serata proseguì.
E fra birre, caffè e "digestivi" ( che variarono, a seconda dei nostri rispettivi gusti, dal montenegro all'assaggio di una grappa nostrana aromatizzata alle erbe, che devo ammettere, nonostante non ami la grappa in generale...non era per niente male ), continuando a trattare la stessa tematica.
Arrivammo al punto di ipotizzare, "in preda ai fumi dell'alcool ingerito ( ).
Che "in verità", non solo una piccola porzione di quella vallata, ed eventualmente dell'interno della base della vetta. Fossero stati adibiti a luogo di riparo estremo da eventuali future catastrofi.
No, quella sera non ci bastava.
Quella sera, l'intera montagna, era da noi vista come una piramide, con all'interno di essa gli alloggi già adeguatamente predisposti per accogliere, a secondo del livello, le diverse classi sociali degli "eletti" che l'avrebbero occupata.
E così, duecento e più metri sotto il livello della vallata ( sugli ottocento metri di altitudine ), "negl'inferi", vi erano gli alloggi, alquanto spartani di manovali, imbianchini, magazzinieri, inservienti etc.
Poi, a nostro parere intorno ai mille metri, avrebbero trovato alloggio, dai commercianti, ai dipendenti statali particolarmente fedeli etc.etc.
E salendo ancora, intorno ai milleduecento metri, bancari particolarmente competenti e compiacenti con le élite all'apice della piramide.
E così continuammo, fino quasi alla vetta e di conseguenza, all'apice della nostra piramide bunker.
Il quale, doveva essere situato intorno a non più dei milleseicento/millesettecento metri.
Dovevamo pur lasciare almeno un paio di centinaia di metri di roccia sopra alle loro teste. :biggrin:
Fra una "cazzata e l'altra", quella sera, divenuta ormai notte avanzata, "in pratica chiudemmo il locale".
Salutammo il proprietario, nostro amico di vecchia data.
Che avendo ascoltato un frammento di quanto andavamo dicendo, ci confermò che effettivamente, quello strano vai e vieni di elicotteri, un pò aveva incuriosito anche lui.
Ovviamente, prima che degenerassimo.
Erano le 02:05 del 8 marzo 2009.
Dopo aver saldato il conto.
( Quella sera "salato" )
Uscimmo dal locale.
E ci dirigemmo verso l'auto.
Non sapevo, che da lì ad un'ora.
Avrei ri-avuto un "faccia a faccia"...con l'amico notturno...anzi, questa volta sarebbero stati in due, quindi...con gli "amici notturni".
Ma non andammo subito via.
Perché si restò un'altra mezz'ora circa, a parlare con le cameriere del locale.
Nostre conoscenze da vecchia data ormai.
Intorno alle 02.40, dopo le prime avvisaglie di stanchezza, si decise che ormai fosse giunta l'ora, per tutti, di rincasare.
Salutammo e poi, saliti in auto, ci si avviò verso casa.
Lo accompagnai fin sotto a dove abitava, come al solito.
Ci si salutò, con la promessa, ormai un classico, di aggiornarci a breve.
E comunque, in caso di qualsiasi novità a riguardo.
Mi diressi verso casa, ovvero ( in linea retta ), a non più di duecento metri dalla sua.
Parcheggiai. E con calma "guadagnai" l'entrata dell'edificio.
Non vi nego, che uno sguardo in alto intorno a me, l'ho dato.
Ma d'altronde, era ( ed è ), una prassi ormai consolidata da sei mesi prima, in particolare nelle ore notturne.
Entrai in casa, facendo attenzione, come al solito quando tornavo/torno ( regola d'oro, in vigore tutt'ora ) a tarda ora.
Di non fare "alcun" ( non "troppo" ) rumore molesto.
Mi diressi da subito, come d'abitudine ormai decennale, a farmi una veloce doccia, che tra l'altro mi aiutò e non poco, a riacquistare la giusta lucidità, persa, a causa dell'eccesso di brindisi della serata appena trascorsa.
Erano le 03.08, lo ricordo benissimo, perché stavo impostando la sveglia del cellulare per la mattina seguente.
Quando mi venne in mente, che avevo lasciato una finestra della sala da pranzo aperta, fin dal pomeriggio.
Dovevo chiuderla.
Mi avviai...non immaginando, cosa avrei (ri)visto da li a una quindicina di secondi, fuori da quella finestra.
Continua...
Parte III/2.
lunedì 27 dicembre 2010
"UNA STORIELLA DIVERTENTE" - Parte III/1
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