FRANCIA
Caccia al nuovo oro nero nella terra del Roquefort
L'altipiano di Larzac, nel sud del paese, contiene uno dei più grandi giacimenti europei di "gas di scisto", un nuovo carburante naturale che potrebbe sostituire il petrolio. Parigi sogna l'indipendenza energetica, ma gli ambientalisti non ci stanno
dal nostro inviato ANAIS GINORI
PARIGI - Un nuovo carburante naturale, l'oro nero dopo il petrolio. Il "gas di scisto" è il sogno di molte aziende energetiche per liberarsi dalla dipendenza dal greggio, ma fa tremare gli ambientalisti francesi. Sull'altipiano del Larzac, nel sud del paese, ci sarebbero infatti alcuni dei più grossi giacimenti di questo gas naturale. La regione è una delle più selvagge di Francia, ricoperta da boschi incontaminati, pascoli di pecore col cui latte si produce il famoso formaggio Roquefort. Un paesaggio lunare, ottocento metri sopra al mare, attraversato da molti corsi d'acqua.
Il sottosuolo argilloso è il terreno ideale per quello che gli americani chiamano "shale gas".
L'Eldorado di questa nuova fonte di energia. Non a caso, il gigante texano Schuepbach Energy ha già ottenuto dalle autorità locali il permesso di condurre delle esplorazioni su oltre 4.400 metri quadrati del Larzac. Negli Stati Uniti, le trivellazioni per il gas di scisto si stanno sviluppano velocemente: da 47 pozzi censiti nel 1989, oggi se ne contano 6.200. Ma con il progresso delle tecniche di estrazione e con il costo del greggio in aumento, si è scatenata anche in Europa una corsa per accaparrarsi quello che il Wall Street Journal ha già battezzato come l'oro nero del futuro.
Secondo alcuni esperti francesi, i giacimenti nazionali di gas di scisto potrebbero addirittura garantire un giorno l'indipendenza energetica della Francia. Non basta a convincere gli ambientalisti che nel Larzac sono sul piede di guerra: le trivellazioni, dicono, rischiano di danneggiare le preziose falde acquifere locali. "Per rompere la roccia e trovare il scisto bisogna scavare molto in profondità e sprecare una quantità di acqua impressionante", racconta José Bové. Il contadino no global, che da anni vive in questo altipiano, è il portavoce della protesta. Dopo aver distrutto campi di Ogm e aver assaltato ristoranti McDonald's, Bové annuncia manifestazioni, blocchi stradali e ha diffuso sul web un documentario sui rischi ambientali 1. "I texani - annuncia con la solita enfasi - dovranno passare sui nostri corpi prima di poter condurre nel Larzac le loro trivellazioni".
Link articolo: repubblica.it
Mi sa che stanno cercando il modo per tenerci schiavi per almeno un altro secolo.
E forse, ci sono riusciti.
giovedì 30 dicembre 2010
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