IL CASO
Hawking: "Non fu Dio a creare l'universo"
La teoria nel nuovo libro dello scienziato: "Il Big Bang deriva solo dalle leggi della fisica". Molte reazioni dei teologi, dopo questo annuncio, alla vigilia della visita del Papa
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA - L'universo ha bisogno di un Creatore? "No". La perentoria risposta arriva dal professor Stephen Hawking, l'astrofisico più famoso del mondo, considerato da molti l'erede di Newton, del quale ha per così dire ereditato la prestigiosa cattedra all'università di Cambridge. In un nuovo libro che esce in questi giorni, l'autore del best-seller internazionale Dal Big Bang ai buchi neri sostiene, sulla base di nuove teorie, che "l'universo può essersi creato da sé, può essersi creato dal niente" e dunque "non è stato Dio a crearlo".
La sua affermazione occupava ieri tutta la prima pagina del Times di Londra, come una sfida, l'ennesima, della scienza alla religione. "Così come Darwin ha smentito l'esistenza di Dio con la sua teoria sull'evoluzione biologica della nostra specie", commenta Richard Dawkins, biologo difensore dell'ateismo, "adesso Hawking la nega anche dal punto di vista della fisica". Nel suo libro più famoso, l'astrofisico aveva cercato di spiegare che cosa accadeva "prima" del Big Bang, ossia prima che nascesse il tempo, lasciando il quesito irrisolto. Il capitolo conclusivo conteneva un ragionamento che alcuni interpretarono come l'idea che Dio non fosse incompatibile con una comprensione scientifica dell'universo: scoprire cosa c'era prima Big Bang, arrivare a una "completa teoria" dell'universo - scriveva Hawking - "sarebbe il più grande trionfo della ragione umana, perché a quel punto conosceremmo la mente di Dio".
Ma nella sua nuova opera, intitolata The Grand Design (Il grande disegno o progetto) e scritta insieme al fisico americano Leonard Mlodinow, lo scienziato offre la risposta: anziché essere un evento improbabile, spiegabile soltanto con un intervento divino, il Big Bang fu "una conseguenza inevitabile delle leggi della fisica".
Scrive Hawking: "Poiché esiste una legge come la gravità, l'universo può essersi e si è creato da solo, dal niente. La creazione spontanea è la ragione per cui c'è qualcosa invece del nulla, il motivo per cui esiste l'universo, per cui esistiamo noi". Nel libro, lo studioso predice inoltre che la fisica è vicina a formulare "una teoria del tutto", una serie di equazioni che possono interamente spiegare le proprietà della natura, la scoperta considerata il Santo Graal della fisica dai tempi di Einstein.
E' tuttavia la sua asserzione che Dio non ha creato l'universo, e dunque non esiste, a suscitare eco e polemiche. "Se uno ha fede", osserva il professor George Ellis, docente di matematica applicata alla University of Cape Town, "continuerà a credere che sia stato Dio a creare la Terra, l'Universo o perlomeno ad accendere la luce, a innescare il meccanismo che ha messo tutto in moto, prima del Big Bang o del presunto nulla che lo ha preceduto". Ma il campo dell'ateismo accoglie la pubblicazione del libro di Hawking come una vittoria della ragione e della scienza, da celebrare a due settimane dalla visita in Inghilterra di papa Benedetto XVI, che non sarà per niente d'accordo con Hawking.
Nel nuovo libro, l'astrofisico rivela che il riferimento alla "mente di Dio" nel suo precedente volume sul Big Bang era stato male interpretato.
Hawking non ha mai creduto che scienza e religione fossero conciliabili. "C'è una fondamentale differenza tra la religione, che è basata sull'autorità, e la scienza, che è basata su osservazione e ragionamento", conclude. "E la scienza vincerà perché funziona".
Link articolo : repubblica.it
venerdì 3 settembre 2010
HAWKING : "NON FU DIO A CREARE L'UNIVERSO"
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1 commento:
Io penso che in realtà, l'unico Dio realmente
possibile, si avvicini al pensiero del "Grande
Spirito" dei nativi americani.
Senza "Manitù" però.
Però trovo più opportuno dal mio punto di vista
Occidentale, chiamarlo...
Multiverso.
Noi siamo polvere e fotoni.
E di noi rimarrà solo polvere, ed energia fotonica
residua.
L'unico dubbio e "se volete", speranza.
È che in quel residuo fotonico, dimori una scintilla
dell'"essenza universale" ( o "Grande
Spirito" ) ,che è in evoluzione dall'indefinita notte
dei tempi e che altresì, continua a generare nuove
scintille che passando fra tutti gli stati e stadi
evolutivi, mira all'apice della stessa matrice
multiversale e quindi, ad un'eventuale conoscenza
assoluta ed onnisciente.
Quindi, noi siamo in evoluzione e questa
esistenza è solo una tappa, un tassello
nell'acquisizione della coscienza di noi stessi e
delle nostre potenzialità, per giungere alla meta.
Così come lo è una scimmia, un cane, un'insetto,
un'albero, un microbo, una pietra.
Ognuno di questi soggetti, deve effettuare il
proprio percorso evolutivo, anche ( dopo un
certo livello evolutivo ) ,se necessario, tramite
eventuali ripetizioni delle esperienze precedenti.
Ciò che viene da "noi" generalmente indicata con il
termine, reincarnazione.
Concludendo, in questa mia "visione", Dio è
un'insieme di polvere e fotoni di cui siamo parte
anche noi, dall'inizio, se inizio vi è stato, ora e alla
fine, se fine vi sarà.
O che tutto si ripeti all'infinito.
Unica differenza, ( forse ) sarà...
L'acquisizione di cosciente conoscenza.
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