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giovedì 10 giugno 2010

PANDORA'S TIMES parte XIII

Prosegue dalla parte XII.

Nuovo Ordine Mondiale.

"Freedom flotilla"...
ISRAELE E LA PACE IMPOSSIBILE
Benjamin Netanyahu è l’uomo della pace impossibile, l’uomo delle decisioni sbagliate, il premier causa prima dell’isolamento di Israele dal resto del mondo. Ogni sua scelta, sia nel corso del suo primo mandato (1996-1999), sia durante l ’attuale, sono state disastrose per il processo di pace, la sua pervicacia nel procedere con la politica degli insediamenti in Cisgiordania gli ha alienato la disponibilità dell ’unico interlocutore possibile, l’ANP di Abu Mazen e dopo quanto successo ieri con l’attacco alle navi civili della Freedom Flotilla si prevede che l’isolamento sarà totale visto che nemmeno gli alleati storici potranno spendere una sola parola a favore di questa azione dissennata.
Israele ha il diritto di difendersi, ha il diritto di tutelare la propria sicurezza ma non ha, come non lo avrebbe nessuno, il diritto di effettuare azioni militari che prevedano l ’uso delle armi contro civili inermi impegnati in una missione umanitaria, che poteva prevedere al più un tentativo di disobbedienza pacifica alle imposizioni delle autorità israeliane.
In altre occasioni, altri governi come quello francese si sono trovati a fronteggiare la protesta civile e militante di gruppi pacifisti, da Greenpeace agli anti-nucleari, con l ’uso di unità militari che hanno sì potuto utilizzare mano dura contro i manifestanti ma che mai, se si eccettua lo sciagurato episodio della Rainbow Warrior, hanno usato le armi in maniera massiccia ed indiscriminata contro civili disarmati.
Una soluzione ferma ma civile sarebbe stata la via da percorrere . Ribadire il divieto di sbarco a Gaza per il convoglio navale da scortare ad Haifa o Ashdod, presa in consegna ed inoltro del carico a Gaza previa bonifica delle merci ritenute "pericolose", a patto che delle sedie a rotelle possano essere ritenute pericolose , accoglienza di una delegazione dei pacifisti con successiva cortese espulsione.
Tutto questo non avrebbe minimamente intaccato la sovranità israeliana, non avrebbe affatto messo in pericolo la sua sicurezza ed avrebbe segnato un successo parziale della missione pacifista senza che il governo di Tel Aviv perdesse la faccia. Il seguire questa via negoziata avrebbe anzi fatto segnare dei passi in avanti verso una possibile distensione, sia interna che internazionale, mostrando un "volto buono" che invece non c ’è.
La vicenda si è conclusa nel peggiore dei modi , con un assalto indiscriminato ed un uso massiccio delle armi, con decine di morti e feriti ed uno schiaffo ad un governo di un paese membro della NATO, qual è la Turchia, uno dei pochi paesi islamici che non mostrano un atteggiamento di totale chiusura nei confronti dello stato ebraico.
Difficile pensare che l ’amministrazione Obama possa in qualsiasi maniera evitare di condannare questo atto inutile e sciagurato come è altrettanto difficile pensare che l ’assalto alla Freedom Flotilla non scateni una ondata di sdegno contro lo stato di Israele, o contro il popolo ebraico in generale.
Dimentica forse il governo di Benjamin Netanyahu le atroci sofferenze imposte dall ’amministrazione britannica della Palestina agli ebrei a bordo della nave Exodus?
Come ha potuto Il Ministro della Difesa ordinare questa azione senza pensare alle sue ovvie conseguenze sul piano diplomatico a livello mondiale? Perché il governo israeliano ha tanta paura delle organizzazioni pacifiste al punto di combatterle con le armi?
Il popolo israeliano è stanco di tutto questo, stanco di costruire l ’eccellenza sul vuoto e sulla mancanza di prospettive di futuro, stanco di una altalena di speranze e di baratri e chiederà forse come sia arrivato per la seconda volta al governo l ’uomo della pace impossibile, quello che ha cavalcato la paura pur senza riuscire a vincere le elezioni, ed a cui è stato concesso per la seconda volta di occupare la poltrona di primo ministro a danno dell ’immagine e della sicurezza di un paese dai delicatissimi equilibri.
Come gestirà ora il governo israeliano questa devastante crisi, quali giustificazioni potrà addurre per aver ucciso dei civili per di più in acque internazionali?
L’esigenza di sicurezza non basta più per avallare l’uso assolutamente sproporzionato della forza, visto che i commando potevano riuscire ad impadronirsi delle navi senza colpo ferire, magari commettendo un atto di pirateria ma senza far male a nessuno e risolvere la questione in maniera forse ruvida ma senza sangue.
E adesso che il sangue è stato inutilmente versato cosa succederà?
Link articolo : agoravox.it.

Un paio di considerazioni...

Leggendo il sito di DEBKA, che a quanto pare parrebbe avere dei contatti, all'interno dei "servizi di informazioni" israeliani.

Si metteva in evidenza due particolari di cui non riuscivano a darsi una spiegazione logica...

1 ) Viste le truppe di élite usate per questa operazione, note come quelle con l'equipaggiamento fra i più tecnologici al mondo, che hanno la peculiarità tra l'altro di filmare integralmente la missione, inviandola in tempo reale al comando, che in pratica assiste all'azione in diretta.
Perché per parecchie ore, vista l'eccezionale gravità dell'evento e la consueta solerzia israeliana a prodigarsi in ogni sforzo per dimostrare le loro ragioni, gli unici video disponibili erano di operatori sulle barche assaltate ( fino a quando gli è stato possibile ) ?

Ma la più interessante ed intrigante, a mio parere, è la...

2 ) Perché Israele per compiere l'operazione, non ha aspettato che le barche componenti la flottiglia, entrassero nelle acque territoriali, dove anche un'eventuale incidente sarebbe stato più giustificabile, ma addirittura la esegue oltre 50 miglia fuori di esse ?

Sul primo quesito che dire...

La mancata divulgazione di filmati, in particolare se di origine militare non mi meraviglia affatto.

Però, è vero altresì, a mio modestissimo parere, che se non hai nulla da nascondere, specialmente in una tal situazione in cui ti sei andato ( o voluto andare ) a trovare, dovresti a rigor di logica essere il primo a farlo.

Riguardo al secondo quesito...

Non vorrei che tutta questa operazione, non sia stata appositamente pianificata e quindi voluta, per aizzare gli animi dei governi e delle masse mediorientali, inducendoli, magari con la concomitanza di qualche altre "scintilla", a commettere qualche mossa molto azzardata sul piano bellico.

Autorizzando così il governo israeliano ad una risposta estremamente...

forte e distruttiva.

Nel nome del diritto di autodifesa, o di più, della stessa sopravvivenza del Paese.

Chi vuole intendere, intenda.

Che non sia, che anche questa volta...

"a pensar male raramente si sbagli".

Ed infine vi dirò...

Se "qualcuno/a" volesse farsi un'idea di ciò che sta realmente bollendo nella "pentola mediorientale", sarebbe sufficiente che si prendesse la briga di leggere i soli link che ho postato in questo blog, provenienti da Debka.

Poi, "l'operazione Freedom flotillia", "vi si mostra" sotto un altro aspetto ed è più che probabile, secondo me, che porti a pensare ciò che io ho scritto.

Se fosse andata realmente così, avrebbero "rivisitato in chiave autolesionista il false flag".

A seguire la parte XIV.

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