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NOSTRADAMUS - "Le Sestine, Nuove idee, Nuove datazioni/2"

Continua da questo post . Oppure che..."ci abbia anche voluto fornire" il modo di svelare l'arcano sul come datare...quanto...

domenica 29 aprile 2012

PANDORA'S TIMES - Medio Oriente: "In Attesa, della Giusta Scintilla...e della 'Gloria', che Verrà"/37

Prosegue dalla parte 36


Aspettando nuovi Vertici..."Orfani del Lago Lemano", fra manovre militari e "contrastanti dichiarazioni"...

Iran. Venti di guerra a ridosso
dei negoziati per il nucleare

Il 23 maggio a Baghdad si terrà il nuovo round di negoziati sul nucleare iraniano con il gruppo dei 5+1, e la speranza è che si possa trovare un accordo di massima.
Dall'altro lato però le manovre militari degli Stati Uniti, e le dichiarazioni dell'ex capo della sicurezza interna israeliana inducono a pensare al peggio.


-D.C.- 29 aprile 2012- La situazione in Iran relativa allo sviluppo del piano atomico portato avanti dalla Repubblica Islamica sta attraversando in questi giorni una nuova fase di riacutizzarsi delle tensioni internazionali. Le tensioni avevano raggiunto un punto parossistico a cavallo tra 2011 e 2012, ma poi l'evolversi dinamico della situazione internazionale aveva portato a un momentaneo allentamento della tensione. Oggi si intravedono per la verità alcuni spiragli di pace, e molte delle possibilità di una soluzione diplomatica dipenderanno dall'esito del meeting del gruppo dei 5+1 previsto il 23 maggio a Baghdad.

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Mentre le flotte statunitensi, pacifiche navigano, da porto in porto...

La portaerei Enterprise
naviga nel Golfo Persico


Nuove speranze di accordo, si ripongono, verso incontri, in luoghi inediti...

Il nucleare iraniano sulla
strada per Baghadad


Tante, troppe sono state le attese e le aspettative che il vertice di Istanbul sul nucleare iraniano aveva alimentato negli ambienti diplomatici europei, speranze e aspettative di passi concreti, di accordi realizzabili, di tappe condivise. Nulla di tutto questo è accaduto, l’unico risultato del vertice è stato quello di organizzare un altro vertice, ma in una città diversa. Un terreno che la diplomazia di Tehran definisce amico, più del terreno turco. Una cosa impensabile prima del ritiro delle truppe americane dall’ Irak che ora è diventato quesi un protettorato iraniano. Non tutto l’Irak e men che nemo la sua capitale Baghdad, dove dopo l’annuncio di Istanbul del vertice prossimo venturo ( programmato per il 23 maggio ) si sono moltiplicati attentati terroristici e minacce di gesti ancor più estremi.

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Che rischiano da subito, di essere disattese...

Teheran: arricchimento
uranio continuera'


Lo ribadisce Soltanieh inviato iraniano presso l'Aiea

30 aprile, 18:25

(ANSA) - ANKARA, 30 APR - L'Iran ha ribadito che non fermera' l'arricchimento dell'uranio, uno dei piu' controversi aspetti del programma nucleare sospettato di finalita' militari. Come sottolinea il sito dell'emittente iraniana Press Tv, l'affermazione e' stata ribadita dall'inviato iraniano presso l'Agenzia atomica internazionale (Aiea), Ali Asghar Soltanieh, che ha espresso la speranza che gli imminenti colloqui di meta' maggio (13 e 14) con l'organizzazione ''siano costruttivi e coronati da successo''.

"E vanificate, da sentiti pericoli"...

Iran: no ad aerei caccia
Usa negli Eau


Ministero Esteri Teheran, mettono in pericolo sicurezza area

01 maggio, 12:16

(ANSA) - TEHERAN, 1 MAG - L'Iran ha criticato oggi il dispiegamento di aerei da caccia di alta tecnologia F22 negli Emirati Arabi Uniti (Eau), stimando che ''mettono in pericolo la sicurezza della regione''. Ieri alcuni responsabili Usa, in condizione di anonimita', hanno annunciato che gli Stati Uniti hanno dispiegato un numero imprecisato di aerei da caccia F22 nella base aerea di Al-Dhafra negli Emirati Arabi Uniti.

Dell'articolo a seguire, in particolare, consiglio la lettura...

Raccontando...Scenari, in Via di Realizzazione...

NELLA MENTE DELLO
STRIKE. IL BALLO
APOCALITTICO TRA
ISRAELE E IRAN


Un libro che spiega “la danza macabra attorno all’atomica iraniana”. E’ “Countdown, storia preventiva dello strike d’Israele contro l’atomica iraniana” di Giulio Meotti, giornalista del Wall Street Journal e di Yedioth Ahronoth, primo quotidiano israeliano. Un viaggio preventivo nella mente dello strike che inizia dalle vette del monte Keren, dove il sistema radar israeliano Blue Eyes veglia incessantemente su un orizzonte carico di foschi presagi, e finisce a Natanz, Fordow, Qom e Isfahan, le fornaci nucleari costruite dall’Iran nei sotterranei dell’Antica Persia.

La guerra dei trent’anni tra Israele e Iran – come l’ha definita lo storico di Harvard Niall Ferguson – è iniziata in una fredda mattinata di febbraio del 1979 con il ritorno a Teheran dell’Ayatollah Khomeini, il “profeta disarmato”. E ora sta per finire.

Continua su: meridianionline.org

Anche se, quello qui di seguito, sempre a mio parere...ovviamente, non è meno interessante...

La strana storia di un
dissidente cinese e del
petrolio dell’Iran


Un dissidente cinese agli arresti domiciliari è riuscito misteriosamente a raggiungere ed a trovare asilo nella sede diplomatica americana a Pechino. Una storia che potrebbe alterare in modo profondo gli equilibri nel Golfo Persico.

Continua su: geopoliticalcenter.com

Massicce Mobilitazioni Israeliane...

M. O.: Israele richiama
d'urgenza 6 battaglioni
riservisti


20:55 02 MAG 2012

(AGI) Gerusalemme - Per far fronte alle nuove minacce dalle frontiere egiziana e siriana l'esercito israeliano ha diramato un ordine d'urgenza per il richiamo in servizio di 6 battaglioni di riservisti, il grosso dell'esercito di Tel Aviv.
Lo riferisce il sito web del Times of Israel aggiungendo che la Knesset ha autorizzato l'esercito a richiamare, in caso di necessita', altri 16 battaglioni per un totale di 22.

Che siano "infine" giunti, i "Giusti Tempi" e (o), la...Giusta Luna?

Dando un'occhiata alla...

Map: US bases encircle
Iran

Mappa: le basi degli Stati Uniti circondano l'Iran

Dozens of US and allied forces' military installations dot the region, from Oman, UAE and Kuwait to Turkey and Israel.
Dozzine di istallazioni militari Statunitensi e delle forze alleati punteggiano la regione, dall'Oman, gli Emirati Arabi Uniti e il Kuwait alla Turchia ed Israele.

Continua, in inglese, su: aljazeera.com

E poi, Debka e le sue "segrete" rivelazioni...

Iran readies secret salt desert bunkers for clandestine nuclear facilities

L'Iran sta approntando bunkers segreti in un deserto di sale per infrastrutture nucleari clandestine
( in inglese - debka.com ).

Sempre la Storia, ed i suoi Corsi e Ricorsi...

Fortress America: la
Ritirata di Obama


Ormai è evidente la grande somiglianza tra la politica estera del presidente Wilson e del presidente Obama, chesta rinchiudendo se stesso e gli Stati Uniti nella “Fortezza America”. Tutti gli sforzi del presidente sembrano indirizzati ad un unico obiettivo garantire la sicurezza assoluta ai cittadini americani e lasciare che il resto del mondo se la veda con le proprie forze nel contrastare le nuove potenze regionali che perseguono progetti di egemonia.

Continua su: geopoliticalcenter.com

Motivati Rifiuti...

Usa: piloti, pericoloso volare
con F-22


Maggiore e capitano rifiutano di salire a bordo e parlano a Cbs

07 maggio, 19:16

(ANSA) - NEW YORK, 7 MAG - Volare con il gioiello dell'Air Force Usa - il caccia ''da superiorita' aerea'' F-22
Raptor - e' troppo pericoloso: parola di due piloti di grande esperienza che si rifiutano di salire a bordo del sofisticato aereo e che per rilanciare
la loro denuncia sono usciti allo scoperto, in un'intervista della Cbs, rischiando il licenziamento. Il maggiore Jeremy Gordon e il capitano Josh Wilson hanno raccontato di essersi trovati in stato di ipossia, carenza di ossigeno,
pilotando il loro caccia.

L'incubo della Turchia, partizione Siria post-Assad

Con stato alawita lungo Mediterraneo, rischio effetto domino

08 maggio, 18:49

di Francesco Cerri

ROMA - Per la diplomazia di Ankara e' lo scenario incubo: una esplosione della Siria
finora tenuta con mano di ferro dalla dinastia Assad, con il rischio di una partizione del
paese lungo linee 'comunitarie', con uno stato alawita lungo la fascia mediterranea, uno curdo fra Turchia e Kurdistan iracheno e uno sunnita sul resto del territorio. Ufficialmente non se ne parla ad Ankara ma l'ipotesi, spiega l'analista politico Abdullah Bozkurt suscita ''vera preoccupazione'' nel palazzo del potere turco. L'impressione e' infatti che le mosse del presidente siriano Bashar al-Assad negli ultimi mesi vadano in questa direzione. Davanti alla rivolta della maggioranza sunnita il regime di Damasco, nel quale e' forte l'influenza della minoranza alawita di cui fa parte il clan al-Assad, starebbe lavorando per una sorta di 'pulizia comunitaria', preparando la partizione del paese. La fascia montagnosa lungo il Mediterraneo, tradizionale territorio alawita (12-15% della popolazione siriana), attorno a Latakia, Banyas e Tartous (sede della flotta russa del Mediterraneo), diventerebbe il nucleo di uno stato alawita che rimarrebbe sotto il controllo di Assad, e nel quale la minoranza non rischierebbe le ritorsioni della maggioranza sunnita. Sotto il protettorato francese dopo la prima guerra mondiale c'era gia' stato uno stato alawita di Latakia dal 1922 al 1936, alleato dei francesi contro i sunniti.
Secondo Bozkurt Assad vedrebbe pero' piu' in grande e penserebbe ad allargare lo 'stato di Latakya' a una fetta di territorio tradizionalmente sunnita, e soprattutto a Homs, svincolo cruciale che controlla l'asse Damasco-Aleppo. Per questo la citta' sarebbe al centro dei piu' duri scontri con l'opposizione armata. E sempre per preparare la creazione di uno stato alawita il regime avrebbe bombardato durante il Ramadam i quartieri sunniti di Latakia, provocando la fuga di migliaia di profughi verso la Turchia. Le tensioni fra sunniti e alawiti, seguaci della setta fondata da Ali, il genero di Maometto, considerati musulmani liberali e pro-occidentali, non sono una novita'. Non solo in Siria, ma anche in Turchia, dove rappresentano circa un quinto della popolazione. Se la crisi siriano si evolvesse verso la partizione, per la Turchia ma anche per altri stati del Medio Oriente rischierebbe di scoperchiarsi un vaso di Pandora delle minoranze. La parte sunnita della Siria, spiega il quotidiano Zaman, vicino al governo Erdogan, rimarrebbe tagliata fuori dal Mediterraneo. Lo stato alawita disturberebba anche l'Iran, tagliando le vie di collegamento con l'Hezbollah libanese. Una possibile partizione in tre anche dell'Iraq, fra curdi, sunniti e sciiti, si farebbe piu' probabile. La comunita' alawita del Libano potrebbe essere tentata da una congiunzione con i correligionari siriani, e in Turchia potrebbe ridiventare a rischio la tregua fra maggioranza sunnita e minoranza alawita, forte soprattutto a Istanbul e lungo la frontiera appunto con la Siria (circa 300mila).
In questa zona la politica ostile al regime di Damasco del governo turco e' impopolare. Fra gli alawiti turchi, a Hatay e Istanbul, ci sono state manifestazioni pro-Assad, e il governo ha dovuto spostare piu' a nord i profughi sunniti siriani per evitare incidenti. e anche la creazione di uno stato curdo anche in Siria, fra ar-Raqqah e al-Qamishli renderebbe ancora piu' esplosiva la situazione nel Kurdistan turco.

Link: ansa.it

Accordi di grandi intese...sentore, di possibili, chiari e forti Segnali...di "Guerra Imminente"...

- Un governo di unita nazionale o forse di guerra per Israele

- Israele si prepara alla guerra?

Poi...

- Il generale Amir Eshel prende il comando della forza aerea israeliana (IAF)

"Rituali Giochi di Guerra, tra amici...di Comodo"...

Esercitazioni militari Usa in
Giordania


Venerdì 11 Maggio 2012 12:00

L’esercito degli Stati Uniti ha annunciato mercoledì l’avvio, il prossimo 15 maggio, di esercitazioni militari congiunte in territorio giordano. Numeri che fanno suonare l’allarme: 12mila soldati provenienti da 17 Paesi, impegnati in training aerei, via terra e via mare, alcuni dei quali al confine tra Giordania e Israele, ad Aqaba. È l’operazione Eager Lion, “esercitazione annuale multinazionale volta a rafforzare le relazioni militari attraverso un approccio congiunto, al fine di rafforzare le complesse sfide sulla sicurezza nazionale, attuali e future”. Così il maggiore Robert Bockholt, responsabile delle pubbliche relazioni del Commando Centrale dell’esercito USA, ha definito il training: esercitazioni volte ad affrontare lo spettro del terrorismo, in particolare eventuali attacchi chimici e nucleari. Aggiungendo che l’operazione nulla ha a che vedere con un eventuale intervento militare nella confinante Siria: “Solo una coincidenza”. Una coincidenza che troverebbe spiegazione nei finanziamenti miliardari che Washington fa piovere ogni anno su Amman, per l’implementazione del sistema militare giordano: negli ultimi cinque anni, gli aiuti economici a stelle e strisce hanno raggiunto 2,4 miliardi di dollari, facendo della Giordania il maggior beneficiario dei fondi statunitensi. Eppure alcuni osservatori hanno sollevato dei dubbi: un’esercitazione di vasta scala come quella in programma in Giordania giustificherebbe un successivo intervento. I target possibili: la Siria di Bashar o l’Iran, da mesi oggetto di particolari attenzioni da parte del premier israeliano Netanyahu e del suo ministro della Difesa, Ehud Barak.

Link: focusmo.it

..."ad Oggi, potenzialmente...illuminanti su possibili Scenari".


A seguire la parte 38.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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