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Le tribolate vie della Brexit...
May s'inchina ai falchi, 'Ue riapra accordo su Brexit'
Scommessa su ricompattamento Tory entro il 13 febbraio. Gelo a
Bruxelles. Irlanda, accordo non è rinegoziabile
29 gennaio 2019 23:58
I Comuni haanno datto a Theresa May per "tornare a Bruxelles" con il suo piano B sulla Brexit e cercare di ottenere dall'Ue nel giro di due settimane, entro il 13 febbraio, ciò che non le è riuscito di portare a casa in due anni. Ossia un accordo non dissimile da quello chiuso a novembre con l'Ue - ma poi affondato a Westminster in sede di ratifica - purché alleggerito dei vincoli del backstop sul confine aperto in Irlanda per renderlo digeribile a una maggioranza risicata di deputati con l'auspicato ritorno all'ovile dei falchi Tory brexiteers e dagli alleati unionisti nordirlandesi del Dup.
Un obiettivo - che si associa peraltro a un primo impegno esplicito contro lo spettro di un no deal e a un mezzo disgelo almeno su questo punto con il leader laburista Jeremy Corbyn - rispetto a quale l'Europa chiude in ogni modo seccamente la porta: non si rinegozia nulla, taglia corto Donald Tusk. Come puntello "per rendere chiaro all'Ue ciò che il Parlamento britannico vuole", la premier si appoggia a un emendamento alla mozione con cui oggi ha avviato la ripresa del dibattito ai Comuni che impegna il governo a tornare alla carica con l'Ue per provare a strappare "soluzioni alternative" al backstop.
In attesa della ripresa dei contatti diretti con May, che Downing Street ha annunciato da subito, il presidente francese Emmanuel Macron è il primo a rispondere picche. E dopo il voto ai Comuni tocca al presidente del Consiglio europeo chiarire: "L'accordo raggiunto è e resta il migliore ed unico modo per assicurare una uscita ordinata della Gran Bretagna dall'Ue. Il backstop è parte di quell'accordo, che non è aperto a nuovi negoziati".
Il percorso indicato da lady Theresa per districarsi dallo stallo in casa sua non esclude d'altronde l'ipotesi di un buco nell'acqua. Tanto da prevedere fin d'ora che ella torni in aula il 13 febbraio in tutti i casi. Sia con un nuovo accordo saltato fuori per miracolo; sia con una dichiarazione di fallimento accompagnata da ulteriori proposte sul da farsi: entrambi "emendabili" ed entrambi da sottomettere a un nuovo voto. Un voto che a quel punto sarà cruciale, a differenza di quelli indicativi di oggi. Ma la cui attesa non scioglie certo il velo dell'incertezza sulle alternative eventuali.
Irlanda, accordo non è rinegoziabile - Il governo di Dublino ha diffuso in serata una nota ufficiale dopo il voto a Westminster in cui si afferma: "La posizione dell'Ue sull'accordo per l'uscita del Regno Unito, che comprende il backstop, è scritta nelle conclusione della riunione di dicembre del Consiglio europeo. Non è cambiata. L'accordo non è rinegoziabile".
Link notizia: ansa.it
Rispolverando reali piani d'emergenza per Reali usufruitori...
Hard Brexit, la regina Elisabetta
sarebbe messa in salvo
I giornali britannici svelano dei piani per evacuare la Famiglia Reale in
caso di rivolte per un'uscita senza accordi
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Resoconti di spiragli - di parte - in sempre tribolate vie d'uscita...
Brexit: Regno Unito ottiene garanzie
"legalmente vincolanti"
Intesa sul backstop per il confine irlandese. Oggi il voto in Parlamento
dopo il parere dell’attorney general, Geoffrey Cox. Corbyn contro
l'accordo
dal nostro corrispondente ANTONELLO GUERRERA
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Nuove bocciature parlamentari...
Brexit: Westminster boccia accordo May
391 i deputati contrari, solo 242 quelli favorevoli
12 marzo 2019 20:26
(ANSA) - LONDRA, 12 MAR - La Camera dei Comuni britannica ha bocciato stasera per la seconda volta l'accordo sulla Brexit patrocinato dal governo Tory della premier Theresa May. I deputati a favore sono stati 242, quelli contrari 391. Lo scarto è stato di 149 voti, inferiore rispetto ai meno 230 del primo tentativo andato a vuoto a gennaio con la peggiore sconfitta mai subita da un governo di Sua Maestà nella storia moderna del Regno Unito.
Opzioni...di parte...
Se la Brexit sta spaccando Londra,
non possiamo permettere che
l’Europa faccia la stessa fine
A quasi tre anni dal referendum il parlamento è bloccato e un grande
paese come la Gran Bretagna si sta coprendo di ridicolo sullo scenario
internazionale
di James McGrory*
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"Richieste di rinvio con risposte parlamentarmente vincolate"...
Discorso alla nazione di Theresa May:
"Rinvio della Brexit non oltre il 30 giugno"
La premier britannica: "La deroga è un grande rammarico per me". In una lettera alla Ue ha chiesto di posticipare la scadenza del 29 marzo. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk: "Breve proroga possibile, ma se c'è l'ok dei Comuni all'accordo"
dal nostro corrispondente ANTONELLO GUERRERA
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Punti di vista...
- Brexit: un manicomio democratico?
Continuando a narrare le - in verità, sempre più - tribolate vie della Brexit. Seppur con un'apparente almeno, certezza...
Rigettata formalmente revoca Brexit
Raccolta record 5,8 milioni di firme 'non cancella referendum'
27 marzo 2019 14:45
(ANSA) - LONDRA, 27 MAR - Il governo britannico ha formalmente rigettato la petizione in favore della revoca dell'articolo 50, e quindi della Brexit, che è culminata nel sostegno record di 5,8 milioni di firme e che sarà discussa (senza voto) lunedì in Parlamento. Un numero "considerevole", ha riconosciuto il ministero per la Brexit, ma che non cancella la volontà maggioritaria pro-Leave espressa nel referendum del 2016 "da 17,4 milioni di elettori", né la "fermezza politica del governo di onorare" quel il risultato. "Revocare l'articolo 50, e di conseguenza rimanere nell'Ue, minerebbe la democrazia", si legge in una nota del dicastero nella quale si ricorda inoltre come alle politiche del 2017 "più dell'80% degli elettori" britannici abbia votato per due partiti - Tory e Labour - che nel loro programma si impegnavano entrambi a "rispettare" l'esisto del referendum del 2016: e "come il primo ministro ha detto, non attuare la Brexiti causerebbe 'un danno potenzialmente irreparabile alla pubblica fiducia'".
Sconfitti tutti i piani alternativi a Brexit: più vicina
un'uscita senza accordo
Le quattro proposte che non hanno avuto la maggioranza sperata dalle opposizioni riguardavano la permanenza di Londra post-Brexit nell'unione doganale, l'appartenenza al mercato unico, la richiesta di un secondo referendum e di un ulteriore rinvio per evitare il No Deal
dal nostro corrispondente ANTONELLO GUERRERA
01 Aprile 2019
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Brexit, May chiede rinvio fino al
30 giugno. Ma l’Ue: "Almeno un
anno"
Il presidente del Consiglio europeo Tusk propenso a dare al Regno Unito il tempo per trovare un piano di uscita dall'Ue, ma si profila uno scontro sulla durata dell'estensione. Caos elezioni europee: Londra le organizzerebbe per poi annullarle all'ultimo in caso di accordo
dal nostro corrispondente ANTONELLO GUERRERA
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Spiraglio di determinate concessioni...
Brexit, la Ue pronta a concedere
una "proroga flessibile" a Londra
(ma lunga almeno fino a fine anno)
Dovrebbe essere parzialmente accolta la richiesta di Theresa May in vista del vertice straordinario a Bruxelles. La premier però chiede un rinvio solo fino al 30 giugno. Caos elezioni europee: se un accordo non sarà ratificato dal Parlamento britannico entro il 22 maggio, il Regno Unito dovrà comunque organizzarle e tenerle
dal nostro corrispondente ANTONELLO GUERRERA
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Presa di posizione francese...
Brexit: Francia, no rinvii a ripetizione
'Barocca partecipazione a elezioni Ue.Soluzione prima del 31/10'
10 maggio 2019 12:42
(ANSA) - PARIGI, 10 MAG - La Francia lancia un appello alla Gran Bretagna affinché agisca rapidamente sulla Brexit, senza "rinvii a ripetizione" e con "una soluzione prima del 31 ottobre". "I britannici parteciperanno alle elezioni europee, è barocco e discutibile ma fatichiamo a credere che il processo finirà prima del 23 maggio. Le elezioni europee potrebbero essere uno shock politico": lo ha dichiarato una fonte dell'Eliseo nel coso di un incontro con la stampa presidenziale.
"Se la situazione non verrà chiarita il 31 ottobre,momento in cui si insedia la Commissione europea - avvertono a Parigi - non faremo un ciclo di vertici sulla Brexit".
Nel mentre, la Guerra commerciale - che "si spera" (per chi ci crede, o ci voglia credere tutt'al più) sarà solo quella, seppur sotto diversi aspetti non meno (se non talvolta propedeutica), potenzialmente, cruenta e sanguinosa di quella vera/bellica - Usa-Cina continua e tende ad intensificarsi.
Ed attenzione che le sanzioni iraniane - grande fornitore di greggio alla Cina - "potrebbero essere/sono" (siete liberi...per ora almeno), parte della stessa...come sopra, in toto.
Continua...QUI.
lunedì 11 marzo 2019
CRISI: "A Pochi Passi dal Baratro"/52
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