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Continua da questo post . Oppure che..."ci abbia anche voluto fornire" il modo di svelare l'arcano sul come datare...quanto...

giovedì 10 dicembre 2009

VELENI DI STATO

L'ARSENALE DEI VELENI DI STATO

- LA MAPPA SEGRETA DELLE ARMI CHIMICHE -

Ecco gli impianti, le basi militari e le discariche di TUTTA ITALIA coinvolte nella produzione e nello smaltimento dell'arsenale italiano di armi chimiche:

- Link Mappa.

Oppure, link diretto per l'articolo correlato...

- L'ITALIA TOP SECRET DELLE ARMI CHIMICHE

Da quanto si desume dall'articolo e dalla mappa correlata succitati, i residuati bellici si riferiscono agli anni "30 e "40 del secolo scorso, storici insomma.

Quindi, gli ordigni ( o i contenitori di stoccaggio ) ,posteriori a tale lasso di tempo, eventualmente detenuti, nelle basi Nato o Usa sparse sul territorio italiano, non sono dall'articolo prese in considerazione.

Anche perché, non credo siano informazioni di pubblico dominio, anzi, è più verosimile che siano informazioni di "contabilità"riservate...molto riservate.

In ogni caso i numeri sono da paura, tanta paura.

Pensate solamente al probabile stato di conservazione,in particolare, di quelli smaltiti in mare.

A seguire un'altro articolo di approfondimento in merito...

- BIOGRAFIA DI UNA BOMBA -
ADRIATICO : LA DISCARICA DELLE BOMBE -
Un mare di armi chimiche.

Ed infine, proviamo a comprendere di cosa stiamo trattando.

Un nuovo articolo a riguardo...

IL CASO

Bombe chimiche,
allarme di Legambiente
"Armi dimenticate che
minacciano le città"


Secondo l'associazione ecologista sono a rischio anche Napoli e Roma. "Nessuna bonifica effettuata sui residuati delle guerre mondiali e dei raid sul Kosovo"


Bombardieri Usa durante la II Guerra Mondiale


di GIOVANNI VALENTINI

ROMA - Si dice "bomba" in senso generalmente metaforico: per dire una notizia o un fatto clamoroso, destinato a scoppiare suscitando reazioni e polemiche. Ma qui diciamo "bombe", al plurale, in senso stretto: cioè ordigni esplosivi. Per maggior precisione, bombe chimiche. Sono quelle che, a più di mezzo secolo dalla fine della seconda Guerra mondiale, giacciono ancora in fondo ai nostri mari e ai nostri laghi o sul nostro territorio, minacciando l'ambiente e la salute dei cittadini.

Continua su: repubblica.it

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