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venerdì 31 dicembre 2010

2011: LE SFIDE NEL MONDO

Le sfide nel mondo

29 dicembre, 19:31
Link: ansa.it

Queste le sfide cruciali che aspettano nel 2011 i principali paesi o aree del mondo.

COREE - Nonostante le tensioni con la Corea del Nord, nel 2011 il presidente sudcoreano Lee Myung-bak punta a continuare il sorprendente percorso di crescita di un Paese che, a differenza della quasi totalità del pianeta, non ha conosciuto la recessione. A Pyongyang, ci si aspetta il consolidamento dei poteri nelle mani di Kim Jong-un, il terzogenito e successore del 'caro leader' Kim Jong-il. Uno snodo cruciale per le Coree potrà essere l'ipotizzato terzo test nucleare, a marzo-maggio 2011. Secondo Seul, il regime comunista proseguirà la corsa agli armamenti nucleari anche nell'evenienza di un suo ritorno al tavolo dei negoziati a Sei, quello sull'abbandono delle ambizioni atomiche cui partecipano le due Coree, Usa, Cina, Giappone e Russia, in fase di stallo da dicembre 2008.

CINA - La sfida principale di Pechino nel 2011 sarà mantenere una forte crescita economica riportando sotto controllo l'inflazione e assicurandosi che i settori 'gonfiati' dalla spesa pubblica e dalla speculazione - in primo luogo l'immobiliare - non esplodano con conseguenze catastrofiche. Sul piano politico per Pechino sarà un anno di intensa preparazione della successione ai vertici del potere, che avverrà nel 2012-13. Sul piano internazionale la Cina (il presidente Hu Jintao sarà in visita a Washington dal 19 gennaio) dovrà recuperare i punti che ha perso tra i Paesi asiatici a vantaggio degli Stati Uniti per la sua aggressività.

AFGHANISTAN - Saranno due le date cruciali per il paese nel 2011: il 21 gennaio, giorno dell'inaugurazione del nuovo Parlamento, e il mese di luglio, inizio del ritiro delle prime truppe della Coalizione internazionale guidata dalla Nato. Il 21 gennaio, ad oltre quattro mesi dallo svolgimento delle elezioni legislative del 18 settembre 2010, e fra polemiche per nulla sopite, il presidente Hamid Karzai dovrebbe inaugurare i lavori del nuovo Parlamento. Il condizionale è d'obbligo perché la Procura della Repubblica ha chiesto alla Corte suprema di escludere decine di deputati eletti, apparentemente, grazie a gravi irregolarità. Una eventuale ulteriore crisi non sarebbe d'auspicio per il paese, dato che in luglio comincerà il ritiro delle prime truppe della Coalizione internazionale guidata dalla Nato e allo stesso tempo il trasferimento delle responsabilità della sicurezza ad esercito e polizia afghani.

IRAN - Per il Paese il 2011 si presenta carico di sfide difficili. Un anno e mezzo dopo la contestata rielezione di Mahmud Ahmadinejad alla presidenza e la sanguinosa repressione delle manifestazioni di piazza, restano e sembrano inasprirsi le divisioni all'interno dello schieramento conservatore, mentre per l'economia si aggravano le incertezze dovute alle sanzioni internazionali in assenza di una soluzione nel braccio di ferro sul nucleare. Su questa tema a fine gennaio si terrà ad Istanbul un colloquio con il gruppo del 5+1. Ma la sfida forse più pericolosa riguarda l'eliminazione dei sussidi statali che per circa 30 anni avevano tenuto artificialmente bassi i prezzi dei generi di prima necessità, dalla benzina, al gas per il riscaldamento, al pane. L'effetto immediato è stato l'aumento di quattro volte del prezzo della benzina e di nove volte del gasolio.

MEDIO ORIENTE - Tre sono i temi principali che caratterizzeranno il 2011 nell'area: il negoziato israelo-palestinese, appeso a un filo dopo i tentativi di rilancio e gli stop and go dell'amministrazione Obama, e condizionato dalla questione irrisolta del congelamento delle colonie israeliane, dai rapporti di forza in seno al governo Netanyahu, dalle difficoltà dell'Anp di Abu Mazen a riportare sotto controllo la Striscia di Gaza dominata dagli islamici di Hamas. Gli sviluppi legati al dossier nucleare iraniano, fra inquietudini israeliane, tentazioni militari, incognite operative e verifica dell'impatto delle pressioni politico-diplomatiche e delle sanzioni. Le fibrillazioni di confine: a nord con il Libano e con gli Hezbollah filo-iraniani, a sud con Hamas, che da una Gaza sempre sotto assedio resta una spina nel fianco di Israele (oltre che dell'Anp).

RUSSIA - Il nodo principale del 2011 saranno le elezioni legislative a dicembre: un banco di prova della tenuta del partito Russia Unita, che dovrebbe avere come capolista lo stesso premier Vladimir Putin, in vista delle presidenziali della primavera 2012. Un altro tema importante per la Russia sarà l'atteso ingresso nel Wto che potrebbe attuarsi già entro l'estate. L'adesione sarebbe una svolta per il Paese, tutto proteso verso una modernizzazione determinante per la sua sopravvivenza.

BALCANI - La sfida dei Balcani occidentali per il 2011 è senza dubbio l'accelerazione verso l'integrazione nella Ue. Ad eccezione della Slovenia, che ne fa già parte, tutti gli altri sono in corsa per l'adesione: la Serbia conta di ottenere lo status di paese candidato entro l'autunno dopo la consegna a fine gennaio-primi di febbraio del questionario compilato con le risposte alle oltre 2.500 domande poste a Belgrado dalla commissione Ue; la Croazia spera di concludere con successo entro l'anno il negoziato e entrare nella Ue all'inizio del 2012; il Montenegro auspica che venga fissata una data per l'inizio del negoziato di adesione; la Macedonia guarda al 2011 come a un anno di svolta nella lunga disputa sul nome con la Grecia, che blocca l'integrazione di Skopje nell'Unione; la Bosnia-Erzegovina spera che con il nuovo governo atteso per l'inizio dell'anno sarà accelerato l'iter delle riforme istituzionali chieste da Ue e comunità internazionale per l'integrazione del paese nell'Unione; il Kosovo si aspetta che nel prossimo anno anche per i suoi cittadini venga abolito l'obbligo dei visti verso i paese Ue.

GERMANIA - Per la stampa tedesca il 2011 è il 'super anno elettorale' e la cancelliera Angela Merkel sa che tra poco meno di due mesi comincerà per la coalizione di governo un cammino decisivo verso le politiche del settembre 2013: il prossimo anno ha in serbo per i partiti di maggioranza in Germania (Cdu-Csu, Fdp) sette importanti elezioni regionali e per il 'ticket' conservatori-liberal democratici la sfida sarà dura.
Il primo appuntamento è per il 20 febbraio, con le elezioni nella città-land di Amburgo, l'ultimo è per il 18 settembre, quando si voterà a Berlino. La coalizione nero-gialla (dai rispettivi colori di conservatori e liberal democratici) si presenta a questa tornata elettorale con un modesto 38% nei sondaggi rispetto al 48,4% ottenuto alle politiche del settembre 2009. La tornata elettorale non è l'unica sfida che la Merkel dovrà affrontare, anche se probabilmente è la più importante: a gennaio il Bundestag dovrà votare per il prolungamento della missione in Afghanistan per altri 12 mesi.

FRANCIA - La prima data da segnare sul calendario di Parigi é il 10 gennaio, quando il presidente Nicolas Sarkozy andrà da Barack Obama a Washington in veste di 'presidente di turno' del G8/G20, aprendo così simbolicamente il percorso della presidenza francese. Sarà una giornata importante anche, soprattutto sul fronte interno, il 24 gennaio, data in cui il presidente ha indetto la terza conferenza stampa del suo mandato, ovviamente sul tema G8/G20. Il 18 e 19 febbraio, vertice dei ministri delle Finanze e dei governatori della Banche centrali dei Paesi del G20 a Parigi. Seguiranno il vertice G8 a giugno (date ancora non precisate, luogo Nizza o Deauville) e il vertice G20 a Cannes il 3 e 4 novembre. In politica interna, l'anno prossimo apre la strada per le elezioni presidenziali del 2012, con da una parte Sarkozy in crisi di consensi che tenterà una difficile risalita e dall'altra i socialisti che attendono la decisione di Strauss Kahn sulla sua candidatura.

SPAGNA - Sarà maggio il momento politicamente cruciale per la Spagna, con la tornata di elezioni regionali e amministrative in tutto il paese. Secondo gli ultimi sondaggi il Psoe del premier José Luis Zapatero dovrebbe subire una pesante sconfitta nella maggior parte delle regioni a beneficio del Partido Popular di Mariano Rajoy. Dopo le elezioni Zapatero dovrebbe annunciare se intende essere di nuovo candidato alla propria successione alle politiche del marzo 2012, o se si farà da parte cedendo il posto ad un altro leader Psoe, probabilmente l'attuale vicepremier Alfredo Rubalcaba. Il primo trimestre dell'anno potrebbe essere determinante per l'economia del paese, che dovrebbe ritrovarsi sotto la pressione dei mercati. Il 28 gennaio il governo annuncerà la riforma delle pensioni, appoggiata da meno del 20% della popolazione, che dovrebbe portare da 65 a 67 anni l'età del pensionamento. A metà agosto Madrid sarà la capitale mondiale dei giovani cattolici. Diverse centinaia di migliaia di persone parteciperanno alla XXVI giornata mondiale della gioventù presieduta da Benedetto XVI.

UNIONE EUROPEA - Il 2011 sarà l'anno in cui l'Ue cercherà di consolidare la risposta alla speculazione internazionale per mettere al riparo una volta per tutte la moneta unica. Dal primo gennaio la zona euro diventa a 17, con l'ingresso dell'Estonia. Entro marzo, dovrebbe essere completata la proposta per la riforma del Patto di stabilità e di crescita e quella per la costituzione di un fondo permanente anticrisi da creare alla scadenza di quello temporaneo, nel giugno 2013.
Le due proposte saranno presentate al Vertice del 24 e 25 marzo e approvate in quello del 24 giugno.

GB - Il significato del 2011 per la Gran Bretagna si può riassumere in una data: il 29 aprile, giorno del matrimonio del secolo, quello tra il principe William e Kate Middleton. Su questo il sistema paese si gioca unità e compattezza. Le nozze reali potrebbero, però, diventare un boomerang se troppo stridenti rispetto agli umori dei britannici che stringono la cinghia. Soprattutto alla luce del fatto che le sfide per il Regno Unito nel prossimo anno saranno affrontare l'impatto dell'austerity e verificare la sua efficacia per fare uscire il paese dalla crisi e consolidare la ripresa. Su questo punto ci sono forti dubbi, espressi di recente dalla Bank of England che teme una performance inferiore a quella prevista dal governo. E se l'economia non ricomincia a tirare come si deve, il rischio é di un'impopolarità crescente della coalizione Tory LibDem e di una sempre più accesa conflittualità sociale di cui si sono avuti già i primi assaggi con le manifestazioni studentesche.

STATI UNITI - L'economia, in particolare come ridurre il deficit, continuerà ad essere la priorità numero uno del presidente degli Stati Uniti Barack Obama nel 2011. E attorno a questo tema ruoterà il discorso sullo stato dell'Unione a fine gennaio.
Sul fronte internazionale, il primo luglio è in calendario l'inizio del ritiro dall'Afghanistan, mentre dovrebbe subire una seria battuta d'arresto il cammino verso la denuclearizzazione voluto da Obama, ora che la Camera dei rappresentanti sarà sotto controllo repubblicano e la maggioranza al Senato più risicata. Come si è già visto a fine 2010, dovendo convivere con un Congresso meno favorevole l'Obama della seconda metà di mandato (che dovrà gettare le basi per la sua rielezione nel 2012), sarà più centrista e con posizioni più realiste. Ciò sarà particolarmente chiaro per l'economia: niente più rilancio neokeynesiano con mega investimenti pubblici, ma una rigorosa lotta contro il deficit attraverso un rigido controllo delle spese.

AMERICA LATINA - Addio con 'standing ovation' a Lula, inizia l'era di Dilma Rousseff: per l'America Latina, l'anno si apre con l'insediamento il primo gennaio del nuovo presidente del Brasile, vero motore dell'intera regione, con un'economia ormai surriscaldata che continua però a macinare record. Anche il Messico rimane sotto i riflettori: nel 2010 le vittime dei cartelli della droga sono stati più di 12.500. A Cuba, paese amico di Caracas, la crisi economica e l'avanzata età dei fratelli Castro rappresenteranno due incognite pesanti. A differenza di tante altre volte negli ultimi anni, l'America Latina attende comunque il 2011 in un clima di speranza, dopo aver superato meglio del previsto l'ultima crisi economico-finanziaria, in un contesto globale di stabilità e forte espansione, anche per l'inarrestabile domanda di Cina e India degli alimenti e le materie prime della regione.
Rimangono aperti i problemi di sempre: tra gli altri, una distribuzione della ricchezza che è la più iniqua al mondo e il problema della sicurezza, visto che con 'appena' 600 milioni di abitanti (l'8,5% della popolazione mondiale), quasi il 30% delle 'morti violente' del pianeta avvengono proprio nei paesi latinoamericani. Senza contare poi 'l'infernò Haiti, il paese più povero del continente, in ginocchio dopo il terremoto del 12 gennaio e l'epidemia di colera esplosa ad ottobre.

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